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Ironman Vegan: Matteo Camici ci racconta il suo sogno e come raggiungere il traguardo

Sognatore, amante del divano e prossimo ironman vegano: oggi incontriamo Matteo Camici, un giovane livornese di 37 anni, che ci racconta i suoi sogni e di come diventare un ironman partendo da zero, per dimostrare che con una alimentazione vegetale si possono raggiungere importanti traguardi.

Matteo Camici ci racconta come diventare Ironman

Matteo ha realizzato un blog IRAWMAN – vegan challenge dove racconterà il suo viaggio, un progetto che ha già ottenuto riscontri positivi, supportato da una scuola di yoga e altre aziende leader.

Ciao Matteo, il tuo giovane blog vuol raccontare un progetto, di cui tu sei molto entusiasta: quello che nel corso di un anno ti porterà sicuramente ad un traguardo. Sappiamo che ti stai preparando ad affrontare un ironman, seguendo una alimentazione naturale e tendenzialmente crudista. Spiegaci cosa è innanzitutto un ironman, considerata da sempre la disciplina più dura dello sport.

L’ironman prevede 3,8 km di nuoto, 180 km in bicicletta e una maratona di 42 Km. Un’impresa veramente impegnativa. Ho iniziato da poco ad allenarmi  e si intuisce già che è complicato: preparare tre sport insieme, che sono completamente diversi.

In questo momento la vera difficoltà è andare in piscina, poiché sono chiuse [causa coronavirus] e per ora il nuoto lo sto lasciando indietro. Ho scelto l’ironman, poichè per me è un sogno personale, e poi vorrei che fosse un segnale per spronare un po’ chi come me è stato sedentario o per chi ha smesso di allenarsi.

Parliamo ora di alimentazione vegetale e di ciò che mangi. Sappiamo che all’inizio anche tu hai avuto dubbi, per quanto riguarda questo stile di vita. Da quanto tempo segui questo tipo di alimentazione e per quale motivo?

Seguo questa alimentazione da circa 10 anni. Io ho sempre fatto il trasfertista per lavoro e una sera in albergo, quasi per caso mi sono messo a leggere The China Study. Alla fine il libro consiglia di provare, di testare questa alimentazione senza pregiudizi. All’epoca mangiavo di tutto e certamente cibo non sano, essendo sempre in trasferta. Quindi ho detto: “Provo per due, tre settimane, vediamo se sto meglio, cosa percepisco, se mi trovo bene, se è complicato”.

A mia moglie che all’epoca era mia compagna, ho raccontato la mia scelta. Lei è stata disponibile subito, era solo preoccupata perché non sapeva quali alimenti cucinare oltre a insalate o verdure grigliate. Così abbiamo iniziato ad informarci sempre di più, a leggere altri libri di ricette e a seguire Valdo Vaccaro. Abbiamo cercato di non avere una alimentazione noiosa.

Si possono quindi mangiare piatti creativi ogni giorno. Avete cominciato a incuriosirvi di ciò che un vegano deve mangiare?

Si per un periodo abbiamo sperimentato totalmente crudista, in seguito abbiamo fatto corsi di cucina crudista, e quindi abbiamo cominciato a preparare ricette gustose e molto belle.

ironmanParliamo ancora di cibo, quale è il menu di una tua giornata tipo?

Sul blog potete trovare diversi menu giornalieri. In questo periodo ci sono ancora le arance che a me piacciono molto. Quindi bevo una spremuta la mattina, a metà mattinata mangio un frutto, una banana o qualche dattero. A pranzo mi concedo una verdura cruda come l’insalata, con la quale inizio tutti i pasti e poi un cereale, verdure cotte, e i legumi. Di solito questi ultimi li mangio una volta al giorno. Dopo il pranzo faccio una merenda con un frutto. La sera mi piace fare la Buddha bowl, un piatto unico molto nutriente.

Come ti alleni durante la giornata?

La mattina appena sveglio faccio un po’ di yoga, per rimettermi in moto. In pausa pranzo cerco di fare il workout e addominali. Soprattutto la sera dopo lavoro, faccio una corsetta vicino casa.

Quale il tuo rapporto con lo yoga?

Lo yoga è un viaggio introspettivo, credo che mi possa aiutare in questo mio progetto. Sarà molto bello poter dire “sono un iranman” ma la cosa più importante sarà tutto il percorso, il viaggio che mi porterà fino al raggiungimento del mio traguardo. Conoscermi meglio, conoscere i miei limiti e andare un po’ all’interno di me stesso.

Quindi ci può essere il binomio tra sport e veganismo. Cosa pensi di questo?

Sono convinto che una alimentazione del genere aiuti una persona che vuol fare dell’attività fisica. Credo anche a livello professionale. Mi sento molto più leggero, non sono appesantito, ho l’energia giusta.

ironmanNon sei solo in questo progetto ma a seguirti ci sono tua moglie e tua sorella, che ruolo hanno loro?

Si, mia moglie è una cuoca appassionata. Abbiamo scoperto insieme, come dicevo prima, i piaceri del palato. Lei mi sta accompagnando nel senso che si impegna tantissimo per farmi trovare tutto quello che mi serve per una alimentazione bilanciata per questo percorso. Mia sorella invece, è una infermiera e naturopeta. Da quando le ho accennato la mia idea, mi accompagna con un supporto psicologico, o consigliandomi rimedi naturali e medicine alternative, come integrazione a tutto il percorso.

Come nasce l’idea di voler condividere questa esperienza con tutti coloro che si apprestano a mettersi alla prova, partendo da zero come te, o con chi magari, non si sente all’altezza ma è ugualmente incuriosito e chissà ci vuol provare?

È nata da questo periodo di quarantena. Ero li sul divano a vedere i disastri che stavano succedendo ovunque. Probabilmente è un messaggio anche questo che ci arriva, perché dobbiamo prenderci piu cura di noi, dell’ambiente che ci circonda. Siamo gli artefici del nostro destino, ho pensato allora: “devo spronarmi, devo far qualcosa per me”. E nella stessa mia situazione ci saranno molte persone, quindi dobbiamo riuscire a farcela facendoci forza insieme.

ironmanQuesto quindi è il tuo messaggio. A chi lo rivolgi ?

Lo rivolgo a chi ha la voglia di partire con un nuovo progetto perché dentro di noi c’è un sogno. La salita a volte è veramente troppo alta e spesso ci fermiamo perchè istintivamente andiamo a trovare i problemi, le difficoltà che forse ci fermeranno. Credo che il vero scalino sia iniziare poi dopo qualsiasi cosa viene. E’ davvero un viaggio, vorrei che ognuno di noi godesse del proprio viaggio. Lo faccio anche per mia figlia Fiore, di quattro anni. Lei ora è piccolina ma mi piacerebbe un giorno riuscire a dirle e a farle capire che deve credere nei sogni che ha, e deve lottare per arrivarci a concluderli.

Matteo ti occorrerà un anno per prepararti. Quali saranno le dure prove che dovrai affrontare?

Mi aspetto un anno di impegni di sacrifici, di lotte nel senso che ci sarà un po’ di fatica, però mi aspetto di incontrare molte persone interessanti, persone che mi accompagneranno magari per un piccolo tratto, qualcuno che semplicemente farà con me una corsa o un allenamento, dei tecnici o un cuoco. Sono convinto che incontrerò molte persone.

Auguriamo a Matteo di raggiungere il suo traguardo e soprattutto lo condividiamo, poiché reputiamo che la forza interiore di ognuno di noi può essere utile sempre a qualcun altro.

Grazie a Matteo per averci raccontato la sua storia.

di Antonella Tomassini

 

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