A causa della pandemia Covid-19, Burger King in Nuova Zelanda è costretta all’ amministrazione controllata. La celebre catena internazionale di ristorazione fast food sta infatti vivendo una situazione di temporanea difficoltà e crisi. Oltre 2600 posti di lavoro sono ancora incerti e Peta coglie l’occasione per inviare una lettera dove chiede di diventare ristorante vegano.
Peta chiede a Burger King di diventare ristorante vegano per superare la crisi
Peta in questi giorni ha inoltrato una richiesta alla nota catena di fast food, dove viene chiesto di diventare un ristorante vegano alla riapertura dopo Covid-19. Ad oggi Burger King non ha fornito una risposta pubblica.
Ma Peta si mostra fiduciosa sottolineando che Burger King ha già come proposta un burger vegetale. Quindi potrebbe superare la crisi, sfruttando un mercato, quello vegano, sempre più in crescita.
La portavoce della Peta in Australia Emily Rice nella lettera ha sottolineato che “gli affari vegani sono grandi affari”.
Necessario uno spostamento globale verso il veganismo
Anche se in questi giorni partiranno le consegne a domicilio da parte di Burger King nella nazione, per la Peta l’invito rappresenta oltre che una buona occasione anche una valida soluzione per cambiare le problematiche ambientali.
La Rice ha infatti scritto nella lettera, che uno studio dell’Università di Oxford ha scoperto che il taglio di carne e latticini dalla dieta potrebbe ridurre l’impronta di carbonio di un individuo dal cibo fino al 73%.
La portavoce ha concluso la lettera dichiarando –” Non solo è necessario uno spostamento globale verso il veganismo se vogliamo fare progressi significativi quando si tratta di evitare catastrofi ambientali e future crisi sanitarie globali, nel rispetto dei nostri simili, è anche semplicemente un buon affare “.
Se Burger King Nuova Zelanda accettasse questo nuovo modo di reinventarsi un menu più gentile e cruelty free sarebbe una bella vittoria.
Magari sarebbe da esempio per tutte le altre catene internazionali di fast food.