Mentre in Nuova Zelanda si è consumata la più grave strage di balene con 500 vittime, la tecnologia diventa preziosa per salvarle. grazie ai droni. Non appena la balena sale in superficie, il drone è in grado di raccogliere il loro soffio: in esso è contenuto prezioso materiale biologico in grado di fornire informazioni sulla salute dell’animale marino: DNA, livelli ormonali, stress, eventuali infezioni.
In Nuova Zelanda si è appena consumato il più grave incidente ai danni delle balene: 600 sono rimaste spiaggiate nella baia neozelandese di Farewell Spit e solo 100 sono state salvate, grazie ai volontari. Per le altre 500 non c’è stato nulla da fare. Le cause dell’incidente? Tra le più probabili l’inquinamento acustico marino, legato al continuo movimento di imbarcazioni pesanti, e anche l’età avanzata delle balene. Un motivo in più per spingere gli esperti a studiare le balene durante tutto il loro ciclo di vita ed a salvarle anche grazie all’uso delle tecnologia, e in particolare dei droni, come avviene con il progetto dell’organizzazione no profit Ocean Alliance. Un’iniziativa che permette di studiare le balene senza infastidirle e senza invadere il loro ambiente naturale, attraverso i droni, con l’obiettivo di raccogliere informazioni sui mammiferi marini e la vita nell’oceano ed individuare strategie per ridurne l’inquinamento e contrastare l’estinzione delle popolazioni di mammiferi marini.
COME SALVARE LE BALENE DALL’ESTINZIONE
L’impresa ha dell’incredibile: non appena la balena sale in superficie, il drone è in grado di raccogliere il loro soffio, il respiro delle balene. In quel soffio è contenuto infatti prezioso materiale biologico in grado di fornire informazioni importanti sulla salute dell’animale marino: DNA, livelli ormonali, stress, eventuali infezioni. E conoscere queste informazioni permette agli esperti, in caso di necessità, di curare questi bellissimi esemplari, salvaguardando la specie. Non più prelievi di lembi di tessuto: grazie ai droni le informazioni vengono raccolte senza nessun impatto sugli animali e soprattutto, questo strumenti permettono di ottenere informazioni riguardo un numero più ampio di cetacei rispetto a quelli esaminabili con tecniche tradizionali.
E tramite i droni è possibile studiare anche i comportamenti delle balene, registrarne i segnali acustici con i quali interagiscono.
COME FUNZIONANO I DRONI
I droni vengono azionati, da un ricercatore, su un’imbarcazione a una certa distanza dal punto in cui vi sono le balene: tra le specie più a rischio vi è quella che vive nei mari del Nord Atlantico, della quale rimangono solo 300 esemplari. La temperatura delle acque marine sempre più alta che causa una diminuzione della disponibilità di plancton e la pesca selvaggia, a poco a poco stanno portando questi meravigliosi animali marini all’estinzione.
Fonte: http://www.nonsprecare.it/