Prima di esibirsi nella sua performance al Festival Global Citizen a New York anche Stevie Wonder, il leggendario musicista vegan si iscrive alla protesta #takeaknee.
Wonder ha voluto dimostrare la sua solidarietà con i giocatori afroamericani di football americano del NFL e NBA, criticati dal presidente Trump che ha prontamente definito i campioni dello sport come “figli di buona donna” dopo che si erano inginocchiati in campo durante l’inno nazionale, per protestare contro la brutalità della polizia nei confronti degli uomini di colore.
Una vera polemica, generata anche dal fatto che Trump ha invitato a licenziare le star del football che protestano durante l’inno nazionale.
Wonder, sorretto dal figlio Kwame Wonder, si è piegato su tutte e due le ginocchia dichiarando: “Mi metto in ginocchio per l’America, ma non solo su un ginocchio, su entrambe le ginocchia. Entrambe le ginocchia, in preghiera per il nostro pianeta, il nostro futuro, i nostri leader del mondo e del nostro globo. Amen”
Stevie Wonder, si mostra ancora una volta, icona non solo della musica ma anche di problemi che riguardano il mondo come il razzismo o il veganismo, pronto a mettersi in prima fila per portare il suo contributo.
Ricordiamo in un’ altra occasione dichiarò “Sto motivando la gente a fare qualcosa su come stiamo vivendo su questo pianeta”, cantato le lodi di uno stile di vita vegano al Late Late Show con James Corden.
“Dobbiamo fare il nostro pianeta più verde, le aree urbane più sostenibili per i bambini”, ha proseguito. “Non possiamo solo parlare, dobbiamo anche farlo, perché con la dieta vegana è possibile contribuire a ridurre l’inquinamento.”
Il suo inginocchiarsi invece in questa occasione è sicuramente un gesto che vale più di mille polemiche inutili, sperando che la protesta #takeaknee abbia i suoi risultati per l’America e per il mondo.
di Antonella Tomassini
