Con l’avvento della società del consumismo, partita negli anni ’60 e diventata imperante dagli anni ’90, siamo abituati ad acquistare sempre prodotti nuovi e non riparare più quelli vecchi guasti. Dai calzini agli elettrodomestici, passando per scarpe o biciclette, e quant’altro.
Ma in Svezia si sta incentivando a ritornare ai tempi in cui un oggetto lo si usava per anni, rattoppandolo ad ogni occasione fino a quando proprio non se ne poteva più.
Il ministro dei Mercati finanziari e degli Affari del consumatore svedese – ebbene sì, in Svezia c’è qualcosa del genere – Per Bolund, ha voluto una legge mediante la quale chi fa riparare un bene, anziché comprarne uno nuovo, avrà uno sconto sulle tasse.
Entrerà in vigore quest’anno e consisterà nel fatto che l’Iva sarà ridotta dal 25 per cento al 12 per cento per la riparazione di tessuti, scarpe e bici (ricordiamo che lì si fa lo scontrino su tutto, a differenza che da noi).
Chi fa riparare un oggetto potrà scaricare la riparazione nella sua denuncia dei redditi, trovandosi così a beneficiare di una riduzione di imposte. La legge è in via di sperimentazione, e non si esclude che possa essere allargata ad altri beni.
Una simile iniziativa, vista dal nostro Paese, fa specie due volte. Una, perché non siamo certo abituati, dato che difficilmente una Rapida, un biciclettaio, una sarta o altre professioni dedite agli aggiusti, ci fanno lo scontrino dopo una riparazione.
Due, perché la Svezia viene vista come patria dell’usa e getta dato che da lì proviene il mobilificio che su ciò ha fatto la sua forza: Ikea. Non disdegnando comunque la qualità e il rispetto per l’ambiente, per carità. Ma il suo slogan iniziale negli anni ’90 era: “Chuck out your chintz” (letteralmente Butta via il chinz, tessuto di cotone lucido usatissimo nelle case inglesi, ovviamente a beneficio di uno stile più moderno).
Ma quali sono gli obiettivi di questa legge? Sono due, uno ambientalista e l’altro economico. Il primo: ridurre gli sprechi e l’inquinamento derivante dai rifiuti. Il secondo: incentivare il mercato della riparazione e dell’artigianato, quasi morti sotto i colpi del consumismo, nonché alleggerire le tasche dei cittadini.
Una siffatta iniziativa da noi avrebbe anche un terzo scopo: la riduzione dell’evasione dell’Iva. La quale in Svezia è dell’1,2%, in Italia del 27,55%. Esigere lo scontrino converrebbe molto di più.
Fonte: http://www.tuttogreen.it/