Ieri sera la trasmissione Le Iene ha mandato in onda un servizio shock riguardante gli allevamenti intensivi di suini in una provincia lombarda, tramite l’investigazione di “Free John Doe”, un team di volontari che si occupa di indagini e salvataggi di animali grazie all’utilizzo di attrezzatura tecnica specifica e all’impegno costante di un nucleo attivo e adeguatamente formato.
“Sappiamo da dove viene quello che mangiamo?”
Una denuncia apparsa ad oltre duemilioni di telespettatori, che grazie a Le Iene e all’ impegno del team investigativo che ha documentato da ottobre 2017 a gennaio 2018 con fotografie e video la situazione drastica di come vivono i suini di uno dei più importanti allevamenti intensivi a Cremona, e che ha reso pubbliche le condizioni igienico-sanitarie dell’ambiente che ospita gli animali che vengono imbottiti con farmaci, malati e immersi nelle loro deiezioni, per poi diventare insaccati.
Il servizio di Nina Palmieri, intitolato ‘Sappiamo da dove viene quello che mangiamo?’ mostra chiaramente come i 14.000 suini dell’azienda lombarda indagata, divisi in due capannoni, vivono in ambiente ristretto e infernale. Arrivano appena nati e da svezzare, con la coda mozzata e i denti tagliati, sono destinati a finire sulle tavole di tutto il mondo come prodotti insaccati, definiti d’eccellenza con tanto di certificato di qualità.
Nina intervista anche il veterinario Enrico Moriconi e lo scrittore e filosofo Leonardo Caffo, che pronunciano parole di disapprovo verso le condizioni in cui riversano i suini e mettendo in evidenza come le immagini video parlano chiaro: una situazione gravissima e di estremo disagio in cui i maiali vivono la loro breve esistenza.
Liquami nell’area di abbeveraggio e alimentazione dei maiali
Un vero incubo, tant’è che in questo ambiente pieno di liquami che finiscono nell’area di abbeveraggio e alimentazione dei maiali girano liberi anche topi e mosche. Inoltre l’aria che si respira è carica di ammoniaca ed ovviamente a causa del sovraffollamento due soli impianti di areazione risultano insufficienti.
Sono stati ritrovati anche flaconi di antibiotici come l’Amoxicillina e il Paracetamolo, componente dei farmaci analgesici-antipiretici, somministrati agli animali nel mangime e nell’acqua soprattutto nel capannone “svezzamento”. Le immagini video ci mostrano suini morti o in fin di vita che giacciono per terra senza essere curati, come se nulla fosse, animali con masse tumorali, con ferite gravi da trauma e prolassi anali.
L’intervento dei Nas
La troupe televisiva ha fatto intervenire sul posto un gruppo dei Nas, che è accorso subito constatando lo stato di grave sovraffollamento dei capannoni, ed ha delimitato un’area nelle vicinanze degli stessi dove appare una discarica a cielo aperto, carica di confezioni dei medicinali, che l’azienda ha tentato nel corso degli anni di bruciare per eliminarli e coperti in parte dall’erba. Medicinali somministrati ai maiali, che finiranno appunto negli insaccati che porteremo sulle nostre tavole, tanto che Moriconi ha dichiarato ‘L’antibiotico-resistenza è la causa di 25.000 morti l’anno in Europa e in futuro sarà una delle cause di maggiore mortalità per la specie umana. In Europa l’Italia – aggiunge – è quella che usa di più antibiotici negli allevamenti’.
Riportiamo anche il commento del gruppo di supporto del nucleo investigativo Free John Doe che ha dichiarato: ‘Attraverso la collaborazione con le Iene e il servizio condotto dalla Iena Nina Palmieri, abbiamo potuto mostrare a milioni di italiani CHI sono e le miserabili condizioni in cui sono costretti a vivere questi individui che poi, una volta trasformati in prodotti, vengono messi sul piatto. Anche le cosiddette eccellenze italiane, tanto rinomate anche all’estero, non solo non usano metodi ‘eccellenti’ di produzione, ma mettono in atto sistematicamente le peggiori pratiche di allevamento nella totale assenza di considerazione nei confronti di animali senzienti e molto intelligenti. Si tratta di milioni di animali che dai primi giorni di vita, subiscono le violenze e i maltrattamenti più inauditi. Dal taglio della coda, dei genitali e del codino senza anestesia, spesso non praticata da professionisti, alla convivenza forzata in luoghi angusti, sovraffollati, in un incubo continuo fino al mattatoio. Tutto quello che abbiamo potuto mostrare grazie all’aiuto della trasmissione di Italia1 dovrebbe suggerire a molte persone che non vale assolutamente la pena continuare a nutrirsi in questo modo, che è davvero nell’interesse di tutti passare ad una dieta a base vegetale, la migliore sotto ogni punto di vista: empatico, salutistico e ambientale’.
Non vi basta sapere che quello che mangiate non è come vogliono farvi credere, ma che in realtà è semplicemente veleno, per l’essere umano e soprattutto per il pianeta che come dice Nina, gentilmente ci ospita? Riflettete e guardatevi se ve lo siete persi il servizio de Le Iene andato in onda ieri sera in prima serata.
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