Un obbligo di legge nel caso del cane, ma una pratica utile per tutti gli animali da compagnia.
Il microchip non è una libera scelta del proprietario, sostituisce il tatuaggio, che era realizzato alla base delle zampe dell’animale, tramite sedazione, comportando rischi, un po’ per tutti i cani, sopratutto per i più anziani o con problemi fisici.
In Italia è stata istituita nel 1991 a livello nazionale l’Anagrafe Canina da cui deriva l’obbligo per tutti i cittadini italiani di dichiarare e quindi registrare il possesso di un cane presso l’Anagrafe Canina del proprio comune di residenza.
E’ una semplice capsula di vetro biocompatibile, delle dimensioni di 11 x 2 millimetri, che non provoca reazioni al cane, ed è leggibile solo da veterinari, canili e Asl forniti di lettore di microchip per cane. Nel microchip per cane viene utilizzata la tecnologia R.F.ID. (Radio Frequency Identification): il dispositivo viene identificato attraverso onde a radiofrequenza. Il microchip emana onde solo se il lettore apposito è molto vicino, ma sono onde di piccola entità.
L’inserimento avviene attraverso un’iniezione sottocutanea nella zona laterale a sinistra del collo, con siringhe monouso.
Nel microchip c’è un codice di 15 cifre, le prime tre riguardano la casa produttrice, mentre le altre riguardano le informazioni dell’animale, quindi, nome del proprietario, residenza e telefono. Ecco perché il microchip è in caso di smarrimento dell’animale rappresenta un prezioso vantaggio. Permette di identificare i proprietari, prevenendo così i casi di abbandono. Ricordo che l’abbandono del proprio cane è severamente punibile dalla legge.
Se abbiamo trovato un cane, tramite il microchip si sa anche se il cane è stato vaccinato contro la rabbia.
Il costo varia da regione a regione, ed è uguale a quello di una visita, intorno ai 25 euro. Se ci rivolgiamoci ai servizi veterinari della nostra Asl, si può avere il microchip per cane gratuitamente, da fare però entro i primi due mesi di vita del cane. Oppure possiamo rivolgerci a qualche associazione per la tutela degli animali, in occasione della campagna di sensibilizzazione contro il randagismo.
Il proprietario del cane che deve fare il microchip, deve essere maggiorenne, incensurato e residente nella regione di competenza del veterinario o della Asl a cui ci si rivolge. E se il cane ha il tatuaggio, non si può mettere il microchip all’animale.
Oltre ai cani anche i gatti, possono fare il microchip sia per timore che esso possa smarrirsi, sia perché il microchip è l’unico strumento atto a garantire la proprietà di un animale. Nel gatto l’inserimento del microchip viene effettuato in sedazione. Ricordiamo però che la legge non obbliga i proprietari di gatti a microchippare i propri animali, a meno che essi non debbano effettuare viaggi all’estero.
Possono avere microchip anche furetti, conigli, in genere tutti gli animali da compagnia ma anche animali esotici tipo iguane, tartarughe e pappagalli.
Se doveste cedere il cane ad altre persone, basta recarsi insieme all’Anagrafe Canina e firmare il documento di cessione con il quale la nuova famiglia diviene proprietaria a pieno titolo dell’animale.
di Antonella Tomassini