Emiliano Merlin racconta la sua testimonianza vegan
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Emiliano Merlin: amore per gli animali e musica possono contribuire a vivere felici sul Pianeta

Parliamo con Emiliano Merlin, astrofisico, musicista, programmatore informatico, insegnante e attivista per i diritti degli animali e ovviamente vegan, per capire cosa vuol dire trovare una soluzione per poter guarire il Pianeta.

Emiliano Merlin e la sua scelta

Cambiamenti climatici, allevamenti intensivi, deforestazione, consumo di carne che fa male alla salute, sono solo alcuni dei problemi che devastano il nostro Pianeta e l’essere umano. Sempre maggiore è l’attenzione di chi vuol salvare l’ambiente, nonostante la maggior parte delle testate giornalistiche sembrano interessarsi più di politica o peggio di calcio. Ma per fortuna c’è chi cerca soluzioni per salvaguardare il Pianeta che ci ospita.

Nato a Verona nel 1977, Merlin dal 2013 vive a Roma, dove è ricercatore all’Istituto Nazionale di Astrofisica, e lavora presso l’Osservatorio Astronomico di Roma, dopo 6 anni al Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova (durante i quali ha sviluppato e usato un software per simulazioni cosmologiche, EvoL).

Ciao Emiliano, dalla stampa sei considerato come l’astrofisico rock, ci spieghi perché e di cosa ti occupi attualmente?

Mi occupo di studiare la formazione delle prime galassie nell’Universo primordiale e di scrivere il software per l’analisi dei dati in arrivo dai telescopi spaziali. In parallelo, ho un’attività di musicista che porto avanti da sempre, con diversi progetti di varia natura: dal rock psichedelico al cantautorato, dalle cover band beatlesiane e grunge ai reading-concerto.

Come sei diventato vegano e per quale motivo? 

Ho sempre amato gli animali, sono cresciuto avendo sempre due o più gatti in casa e credo che avere un animale vicino sia qualcosa che incide profondamente sulla propria personalità e su come si vede il mondo. Mi rendo conto che chi non ha avuto questa fortuna spesso fatica di più a vedere le cose in modo empatico (generalizzo, ma è una statistica abbastanza solida). Da giovane, durante l’università, sono stato vegetariano per diversi anni. Il veganismo e la completa presa di coscienza antispecista sono arrivati all’inizio del 2014; ci stavo pensando da un po’ e la spinta finale è arrivata vedendo il noto video del discorso di Gary Yourofski, che mi ha davvero aperto gli occhi. È una fortuna che ora ci siano così tante fonti a disposizione con cui potersi rendere conto personalmente di quale sia la situazione reale in cui versano miliardi di esseri senzienti che ogni giorno vengono sacrificati per nostro capriccio.

Cosa rappresenta il cibo per te e per il Pianeta?

A me mangiare piace molto, ma sono convinto che non sia giusto dover causare dolore, paura o sofferenza a qualcun altro (a prescindere da quante zampe, piume o peli abbia) per una mia momentanea soddisfazione del palato. Posso – possiamo tutti – mangiare un sacco di cose gustose, sane e nutrienti, che non richiedono l’uccisione o la violenza. Di fatto, una dieta vegetale è la scelta migliore non solo per gli animali, ma anche per il nostro benessere fisico (molti atleti ai massimi livelli mondiali ormai scelgono di alimentarsi vegan) e soprattutto per il pianeta. Il legame tra surriscaldamento climatico e scelte alimentari è molto più stretto di quanto si pensi, e purtroppo viene evidenziato troppo poco dai media. Eppure le informazioni di base sono a disposizione di tutti, e non sono fantasie di qualche “vegano estremista”: sono l’ONU e la FAO, oltre a molte ricerche di scienziati e climatologi, a dichiarare senza possibilità di fraintendimento che il passaggio a una dieta vegetale è l’azione più concreta che ciascuno può e deve fare per contribuire a salvare il pianeta. Basta leggere il rapporto IPCC del 2019, o qualche articolo su Science o Nature.

Per saperne di più clicca qui 

emiliano-merlinSvelaci quale è il tuo piatto vegan che sai cucinare meglio?

Personalmente non sono un gran cuoco, ho sempre poco tempo e le prelibatezze le mangio al ristorante. A casa preparo un buon tofu al forno ripassato con funghi e miso, e un discreto seitan spadellato alle erbe, ma per il resto mi arrangio quasi sempre con pastasciutta, pizza rossa, legumi in padella, burger vegani, verdure e frutta; anche con questi pochi ingredienti si può mangiare gustosamente e in modo vario, e soddisfare la golosità, che non mi manca di sicuro.

 

Sei mai stato in un mattatoio o in un allevamento intensivo?

Non ci sono stato, e sono certo che non riuscirei a reggere l’esperienza della visione diretta del massacro. Rispetto enormemente gli attivisti che sono capaci di introdursi sotto copertura nei mattatoi per documentare l’orrore, non ho idea di come facciano. Io non ho bisogno di vedere altro, in realtà ho anche visto pochissimi video in rete. È E’ stato sufficiente riflettere, raccogliere qualche dato, e realizzare che non c’è alcuna reale differenza tra i gatti che dormono con me e gli animali che seviziamo, torturiamo e uccidiamo a milioni quotidianamente.

Quanto è importante per te la musica?

La musica è sempre stata parte della mia vita e tuttora ne è una componente fondamentale. Ho iniziato a calcare i palchi dei locali rock nei primi anni 2000 con la mia band, i Lecrevisse, che si sciolse nel 2004 ma si è recentemente riformata, e con la quale faremo un po’ di concerti in giro per l’Italia l’anno prossimo. Poi ho un mio progetto personale, unòrsominòre che ho creato nel 2005, e con questo nome ho pubblicato tre dischi e due ep.

Noi abbiamo ascoltato un brano scritto e cantato da te, intitolato Respiro, che ci ha davvero emozionato. Qual è il messaggio che vuoi dare con questa canzone?

Respiro è l’ultima canzone che ho pubblicato come unòrsominòre., l’ho composta per uno spettacolo sulla storia del pensiero antispecista che abbiamo scritto a quattro mani io e Nicholas Ciuferri, un altro artista vegano che attualmente è anche in tour con il suo progetto I racconti delle Nebbie, insieme a Paolo Benvegnù. Respiro è una canzone semplice ma – spero – toccante, un canto celebrativo della bellezza del mondo animale, che mi auguro possa muovere qualcuno a compassione nel riconoscere quanto sia assurdo non cercare di preservare con ogni mezzo possibile tale meraviglia. La videomaker Miriam Tinto ne ha realizzato un video bellissimo che accompagna perfettamente il testo e la musica. Respiro è un po’ il contraltare a un’altra canzone, Mattatoio (che ho pubblicato nel mio ultimo disco Una valle che brucia, del 2017), che come il titolo suggerisce è invece una descrizione cruda e violenta di quello che perpetriamo ai danni dei più deboli tra i deboli. Tutte le mie canzoni si trovano su Spotify e su Youtube.

Quanto è importante salvare il Pianeta per te e per la generazione di oggi?

Per me è fondamentale cercare di fare il possibile per salvarlo, non tanto per salvare noi stessi, che abbiamo dato prova in vari modi di essere, a tutti gli effetti, un cancro che fagocita e distrugge ciò che raggiunge, anche se avremmo tutti i mezzi per essere invece una componente armonica del cosmo, e potremmo concentrarci unicamente a cercare di capire quale sia il nostro posto nell’universo, come cerco di fare io col mio lavoro; quanto per i miliardi di esseri innocenti che sconteranno, e già scontano, le nostre colpe.

Cosa speri nel futuro?

Spero che i giovani, che in questi mesi scendono in massa per strada a scioperare, comprendano che non si tratta solamente di strillare qualche slogan e di fare a gara a chi fa il cartellone più ironico per poi magari andare a farsi un hamburger da McDonalds, ma di cambiare personalmente le proprie abitudini, di prendere coscienza politicamente e socialmente, di criticare attivamente il modello capitalistico di sfruttamento dell’uomo su tutto e di sottrarsi alla logica del profitto, della crescita, dell’abuso.

Quali sono i tuoi progetti attinenti alla musica e agli animali?

Come dicevo, abbiamo da poco rimesso in piedi la band di gioventù, i Lecrevisse, con la quale conto di suonare un po’ di rock psichedelico in giro. Per il resto per ora non lo so, non faccio programmi a lunga scadenza. Di sicuro, continuerò sempre più a parlare con ogni mezzo a mia disposizione di ciò che è necessario: l’orrore dell’olocausto animale e lo scempio che stiamo causando sul pianeta.

Merlin lancia le sue parole di speranza per le generazioni future, con le sue canzoni e la sua musica, e noi possiamo essere solo che felici di poter condividere la sua testimonianza a favore dei diritti dei più deboli e di un Pianeta, che attualmente chiede solo aiuto.

Ringraziamo Emiliano Merlin per la lunga chiacchierata, e vi lasciamo guardare il video di Respiro.

di Antonella Tomassini

 

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