“Il sovrappeso e l’obesità sono condizioni caratterizzate da un eccessivo peso corporeo, causato da un accumulo di tessuto adiposo in misura tale da influire negativamente sullo stato di salute, rappresentano delle vere e proprie malattie e sono tra le maggiori cause di morte al mondo”.
La prevalenza di obesità negli ultimi decenni è cresciuta drammaticamente, infatti dagli anni ’80 ad oggi il numero degli obesi è più che raddoppiato. Nel 2008 più di 1,4 miliardi di adulti erano in sovrappeso e di questi oltre 200 milioni di uomini e quasi 300 milioni di donne erano obese.
Ci troviamo di fronte ad una vera e propria epidemia, in quanto il sovrappeso e l’obesità, che un tempo erano considerati problemi tipici dei paesi ad alto reddito, oggi sono in rapido aumento anche in molti paesi economicamente svantaggiati del Sud-America, dell’Africa e dell’Asia, in particolare nei contesti urbani.
Le cause principali dell’obesità sono da ricercare soprattutto nei forti cambiamenti ambientali e socio-economici che hanno coinvolto la popolazione mondiale. Si assiste ad aumento delle attività di tipo sedentario con una conseguente riduzione dell’attività fisica e ad un consumo maggiore di alimenti ad alta densità energetica, ricchi di grassi, zuccheri, sale e poveri di micronutrienti.
Il sovrappeso e l’obesità hanno un grave impatto sulla salute, infatti rappresentano i maggiori fattori di rischio per lo sviluppo delle malattie non trasmissibili, ovvero le malattie cardiovascolari, il cancro (endometriale, della mammella e del colon), le malattie respiratorie croniche, il diabete e i disturbi muscolo-scheletrici. Queste patologie causano disabilità e rappresentano di gran lunga la principale causa di morte prematura nel mondo, infatti, secondo la WHO (Organizzazione mondiale della sanità), attualmente sono la causa del 63% di tutti i decessi annuali, per un totale di più di 36 milioni di morti ogni anno.
Le malattie non trasmissibili, perdipiù, gravano in maniera consistente sui costi della sanità pubblica; molto elevate, infatti, sono le spese a cui gli Stati devono far fronte per garantire ai malati la possibilità di acquistare farmaci, di effettuare visite mediche, del ricovero in ospedale e, nei casi più gravi, anche di sottoporsi ad interventi chirurgici. Questi appena citati sono solo i costi diretti delle malattie non trasmissibili, ma ne esistono anche di indiretti che contribuiscono ulteriormente ad influenzare in modo negativo sull’economia degli Stati; questi ultimi sono rappresentati dall’assenza dal lavoro per malattia, dalle pensioni di invalidità, dalle morti premature ma anche dalla riduzione della produttività per l’aumento dei giorni di lavoro persi per malattia.
L’indice di massa corporea o body mass index (BMI) è un semplice indice comunemente usato per classificare il sovrappeso e l’obesità negli adulti. Esso è calcolato sulla base della seguente semplice formula: Kg/m2 (peso in kg diviso altezza in metri al quadrato).
Con BMI compreso tra 18,5 e 24,9 si è normopeso, se il BMI è uguale o maggiore di 25 si è in uno stato di sovrappeso, se invece il BMI è uguale o maggiore di 30 ci si trova in una condizione di obesità.
Il BMI è un indice di rischio per lo sviluppo delle patologie non trasmissibili, che aumenta con l’aumentare del BMI.
Ci tengo a sottolineare che raggiungere e mantenere una condizione di normopeso è importante per migliorare lo stato di salute, che deve essere sempre l’aspetto più importante da considerare al di là di qualsiasi risvolto estetico. Per questo scoraggio fortemente il ricorso a diete fai da te o sbilanciate nel contenuto di macro e micronutrienti, che sono dannose per la salute.
Fonte http://www.noacid.it/sovrappeso-e-obesita/