Come procedere all’ inserimento di un nuovo gatto in casa. | ilVegano.it
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Come procedere all’ inserimento di un nuovo gatto in casa.

Spesso molte persone che hanno accolto in casa un gatto, dopo un po’ decidono di adottarne un altro, magari per regalare un po’ di compagnia al proprio animale o perché si amano i gatti o semplicemente, perché il nuovo ospite, aveva deciso di cambiare casa lanciandosi dal secondo piano della sua abitazione e di essere adottato da una nuova famiglia, scegliendo voi che osservando increduli la scena, lo soccorrete e lo portate a casa vostra, dove vi aspettano due gatti pronti a difendere il loro territorio.

In questi casi dobbiamo armarci di pazienza, poiché l’inserimento va fatto gradualmente e senza fretta, visto che il gatto non ama vivere in branco, e che soprattutto il gatto sconosciuto sarà visto come una minaccia, a cui reagire per difesa dello spazio e del cibo, attraverso zampate, ringhi e soffi.

Ovviamente, è sconsigliato mettere due gatti vicini che non si conoscono nella stessa stanza sperando che facciano amicizia da soli, così si creerebbero solo ansie e paure, e  una convivenza stressante. Esiste invece, una procedura che va seguita secondo alcune regole specifiche.

Innanzitutto, il nuovo gatto deve essere messo in una stanza tutta sua, con ciotolina per il cibo e l’acqua, giochini, cuccia per dormire (magari sceglierà di dormire sul divano) e una lettiera per i bisogni.

Potete usare anche il Feliwey, che contiene feromoni facciali del gatto ed è lo stesso modo di comunicare che utilizzano i gatti in natura, usato per far sentire a proprio agio il gatto, e soprattutto per fargli prendere confidenza con il nuovo luogo e chi ci abita. E darà serenità anche al gatto residente.

Poiché il gatto usa l’olfatto e non la vista per riconoscersi, quindi in questa fase bisogna far conoscere gli odori l’uno dell’altro. Allora prendiamo un pezzetto di stoffa e lo strofiniamo sul muso e sulle mascelle del gatto nuovo, e un altro panno di stoffa lo strofiniamo su quello del gatto residente, poi sottoponiamo il panno del gatto nuovo al residente e viceversa, possiamo anche scambiare i giochini e farglieli annusare. Una volta che i gatti non mostrano segni di nervosismo, si può far esplorare al nuovo gatto, il resto della casa, ovviamente ancora non presentando il gatto residente, che rimarrà chiuso in una stanza. Dopo questa fase potete far incontrare i gatti ma senza farli toccare, aprite leggermente tramite uno spiraglio la porta della stanza del gatto nuovo, oppure tramite una porta di vetro se la vostra casa ne è fornita, oppure con un panello di plexiglass, che potrete costruire voi stessi. Continuate così per qualche giorno, tenendoli ancora separati.

Quando non ci sarà più nervosismo, soffi e ringhi aprite le porte e lasciateli giocare in casa liberamente, senza mai rimproverarli o alzando la voce, dovete rassicurare entrambi i gatti in questa fase.

Il più delle volte l’inserimento, fatto seguendo queste fasi funziona, ed avrete un’ottima convivenza.

Altre volte succede che ci vuole più pazienza, perché magari, uno dei due gatti può mostrare paura o disagio o aggressività nei confronti dell’altro, e quindi si dovrà cominciare nuovamente con la separazione, e seguire i vari passaggi, finchè non si trova la serenità di entrambi. Ricordatevi sempre di equilibrare le coccole, di non far mancare mai nulla, e di dedicare molto tempo ad entrambi i gatti.

Purtroppo anche se di rado, non sempre un inserimento può riuscire, Di solito, quando l’inserimento non va a buon fine, difficilmente si accetta di trovare una soluzione alternativa, come cercare una nuova casa al nuovo arrivato, ci si rivolge allora ad un comportamentalista, specializzato in felini, che saprà suggerirci cosa fare in base alla situazione, e  se neanche l’intervento di un esperto risolve la situazione, purtroppo, bisogna cercare una nuova sistemazione al nuovo arrivato. Sfortunatamente, per mia esperienza personale, posso raccontarvi brevemente la storia della mia gatta residente che non ha accettato il nuovo arrivato. Vi premetto che nella mia casa avevo già due gatti, una femmina e un maschio. Presi prima la femmina e dopo un anno pensando che si sentisse sola, mi decisi a prendere il secondo gatto, che era un cucciolo di due mesi. In quel caso  l’inserimento andò a buon fine, seguendo tutti i passi che mi aveva dato la volontaria del gattile, dove li adottai, anche se la femmina più grande di un anno rispetto al maschio ha sempre mostrato un atteggiamento di indifferenza giocando raramente con il nuovo micio. Dopo quattro anni, una notte ho soccorso un gatto che si era buttato dal secondo piano della sua abitazione, e non standoci i padroni di casa e del gatto, decisi di portarlo a casa mia e metterlo al riparo in una stanza, finchè non riuscivo a rintracciarli. Il giorno dopo riporto il gatto, che era di una dolcezza infinita, alla proprietaria che mi ringrazia e mi racconta la sua storia, che l’ha adottato tramite una volontaria, che aveva aperto la finestra del bagno, ecc.

Dopo una settimana, non so come non so perché, la proprietaria mi chiede se posso prenderlo io, quel gatto nero grosso e coccolone, perché lei è troppo indaffarata e non può occuparsene. Le spiego che io ho già due gatti, e le dico che provo con l’inserimento. Faccio l’inserimento, il maschio adora il nuovo arrivato, già da subito, giocano e si rincorrono felici, per la femmina invece è un incubo, inizia ad aver paura e a vivere sotto il letto. Per tre mesi la situazione non cambia, chiedo l’aiuto di una comportamentalista, che sa darmi ottimi consigli, ma secondo la quale la situazione con la gatta non si aggiusterà, visto il suo carattere territoriale e pauroso. Presa dall’amore per il nuovo arrivato, perché chi ama i gatti, si affeziona subito, ho voluto insistere ancora un mese forse per egoismo o per amore, finchè l’ultima soluzione è stata per amore di tutti e due trovare una nuova abitazione al nuovo arrivato.

Purtroppo non è facile capire se due gatti andranno d’accordo, se il gatto residente accetterà di buon grado la convivenza con un altro gatto, io ci ho voluto provare, anche se riaffidare il nuovo arrivato alla volontaria, mi ha provocato una grande sofferenza ma ho il cuore lieto che ora ha una nuova mamma e soprattutto che quella notte gli ho salvato la vita, non lasciandolo in strada. Quel gatto nero e coccolone rimarrà sempre nel mio cuore.

di Antonella Tomassini

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