Presentata alla Future Fabric Expo, fiera svoltasi in questi giorni a Londra, Weganool, la lana vegana ottenuta dalle erbe infestanti di Calotropis, che crescono nel Nord Africa e in Asia Meridionale.
Weganool 100% naturale
La moda in questi ultimi anni è sempre più innovativa: fibre e materiali ottenute dagli scarti di frutta e verdura sono diventati i protagonisti di un nuovo stile, sempre più green ed ecosostenibile.
Quello che succede negli allevamenti intensivi, è ben risaputo: pecore e capre vengono sfruttate etrasformate in macchine per la produzione di lana, proprio come succede alle mucche per il latte.
Ce lo racconta Joaquin Phoenix, premio Oscar come miglior attore protagonista per Joker e attivista da molti anni. Dopo aver visto un video, realizzato da Peta sotto copertura in un allevamento intensivo, l’attore ha messo in evidenza il fatto che tosare le pecore è un atto crudele. Da allora Phoenix non indossa più capi in lana.
Ecco perché per chi ha scelto una vita etica, Weganool rappresenta un traguardo e una valida alternativa contro lo sfruttamento degli animali e l’inquinamento ambientale.
Vantaggi della lana vegana
Faborg, così si chiama l’azienda indiana che ha creato Weganool, garantisce i numerosi vantaggi di questo nuovo materiale.
Weganool è realizzata con il 70% con cotone organico e il 30 % dalle fibre ottenute dalle erbe.
La lana vegana infatti non si restringe al lavaggio, le fibre ottenute hanno proprietà antibatteriche che anche chi ha allergie o pelli delicate può usare. Ed in più la pianta utilizzata non ha bisogno di pesticidi, acqua e cure particolari per crescere sana e robusta, proprio perché è infestante.
Una idea nata da Shankar, la fondatrice dell’azienda, che dopo aver lasciato l’attività tessile di famiglia ha pensato bene di creare un tessuto ecosostenibile.
La donna ha osservato semplicemente le piante di Calotropis fuori dal suo ufficio, e notando che gli uccellini creavano caldi e resistenti nidi con gli steli e le fibre della pianta. Un’idea geniale, aggiungiamo noi.
Ph credits Faborg