Chi ama i sapori forti e decisi, sicuramente conosce la salsa di soia, condimento prezioso per i nostri piatti e non solo.
Il Shoyu e il Tamari sono due tipi di salsa di soia ed hanno un forte effetto positivo sul corpo, stimolando la sua naturale capacità di rigenerazione. Consumando regolarmente questi alimenti si può rinforzare la salute e stimolare il corpo per guarire.
La salsa di soia è originaria della cucina orientale, soprattutto giapponese e cinese, infatti sin da tempi remoti i monaci buddisti che erano vegetariani la utilizzavano per nutrirsi, poiché è ricca di proteine vegetali. Ultimamente l’uso della salsa di soia si è diffuso anche in Occidente.
Vediamo le differenze tra la shoyu, la comune salsa di soia e il tamari.
La salsa di soia shoyu è una salsa fermentata di colore scuro, ottenuta dalla farina di fagioli di soia, cotti al vapore, contiene anche grano tostato, acqua sale e koji, che è l’agente fermentante insieme ad altri microrganismi. Viene lasciata fermentare in botti di cedro o quercia.
Contiene antiossidanti, vitamine, sali minerali. Alcalinizza il sangue, aiutando a mantenere il giusto Ph. Ha proprietà digestive ed aiuta la flora batterica.
Usata in molti piatti vegani e macrobiotici, per arricchirli di sapore.
Il tamari, invece ha un sapore più intenso rispetto alla salsa shoyu, ed è privo di glutine, quindi può essere usato anche da chi è intollerante al glutine e dai celiachi.
Entrambe le salse contengono alcool per far si che non si deteriorino una volta aperta la confezione e vanno conservate in frigo.
L’utilizzo migliore è l’uso a crudo, infatti entrambe le salse di soia possono sostituire il sale, ed è adatto per condire insalate, verdure, minestre e legumi, cereali.
È preferibile acquistare solo prodotti di qualità, perché spesso nelle salse di soia commerciali per la fermentazione viene aggiunto il caramello.
Provatelo come condimento su una insalatina fresca con lattughino, pompelmo rosa, semi di papavero e di girasole. È una vera delizia.
di Antonella Tomassini