In questi giorni si sta discutendo sulle nuove proposte di linee guida da parte del Ministero della Salute per la ristorazione collettiva, ossia le mense scolastiche, ospedali e in altre strutture pubbliche. In poche parole, non avremmo più diritto quindi, se venisse approvato questo disegno di legge, alla possibilità di scegliere un menu vegetale o un menu che rispetti le nostre convinzioni etiche, culturali o religiose.
Ristorazione collettiva: no al menu mediterraneo
Il Ministero propone il “menu mediterraneo”, un unico menu, contenente carne, pesce, latticini, uova.
Viene sottolineato a pagina 25 delle linee guida, dapprima che c’è la necessità “di programmare diete che rispondano alle specifiche esigenze etiche, culturali, religiose di differenti gruppi”, ma, poche righe dopo, “si consiglia” ai gestori delle mense di non concedere menù differenti da quello di riferimento – definito “dieta mediterranea” – se non in caso di patologie accertate. Consigliano infatti di: “nominare le tipologie di menu forniti solo con riferimento a patologie specifiche (dieta per celiachia, per intolleranza al lattosio, per diabete di tipo 2, ecc.)”.
A ribattere le imposizioni introdotte nella nuova proposta per la ristorazione collettiva è SSNV, Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana che ha inviato una lettera aperta. Ed è proprio la dott.ssa Luciana Baroni che nella lettera, mandata il 27 gennaio e di cui non c’è ad oggi risposta a porre al Ministero della salute quattro domande ben precise, che riportiamo qui di seguito.
Cosa chiede SSNV
Domanda 1: Perché un ufficio del Ministero non tiene conto dei diritti costituzionali?
Il diritto a veder rispettare le proprie scelte, per tutti i cittadini, è sancito dagli articoli n. 32 e n. 3 della Costituzione (rispetto del diritto alla salute, rispetto del diritto alla non discriminazione) e dagli articoli 2 e 21 (rispetto delle le opinioni e scelte dei singoli). Le nuove linee guida non rispettano questi principi.
Domanda 2: Perché questo cambio di rotta del Ministero della Salute in merito al diritto al menù 100% vegetale nelle scuole per ragioni etiche, culturali o religiose?
Le vigenti linee guida del 2010 affermano: “Vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori.”
Domanda 3: Perché sono state inserite affermazioni che sul piano medico e scientifico sono del tutto infondate ed evidenziano grave mancanza di competenze sul tema?
Nelle linee guida si legge: “Da notare che le motivazioni salutistiche o ambientali che portano ad adottare modelli diversi da quello mediterraneo spesso non sussistono”. Questa affermazione è in contrasto con centinaia di articoli di letteratura scientifica.
Domanda 4: Perché è stato permesso di inquinare queste linee guida con evidenti pregiudizi e non sono stati indicati eventuali conflitti di interesse di coloro che hanno collaborato alla stesura del documento?
La dott.ssa Baroni conclude: “Confido che linee guida così impositive non vengano approvate e si rimanga nell’attuale situazione, in cui ogni cittadino ha il diritto di scegliere cosa mangiare sulla base delle proprie scelte etiche, culturali e religiose, senza bisogno del certificato medico per poter seguire le proprie convinzioni. Invito anche le associazioni di consumatori a farsi avanti per contrastare queste linee guida che non rispettano la Costituzione”.
Riflettiamo allora, se venissero approvate le nuove linee guide sulla ristorazione collettiva sarebbe non solo un passo indietro che allontana i cittadini dal cambiamento, ma ci priverà anche della libertà di scegliere cosa mangiare.
Non credete che sarebbe invece opportuno affrontare altri problemi gravi che attanagliano il nostro caro paese, piuttosto che soffermarsi su punti consolidati scientificamente già da anni?