Sui social network sta spopolando ultimamente una vera battaglia tra onnivori e vegani per una questione alquanto ridicola, sul perché i vegani oltre a mangiare cibi, che hanno la stessa forma di quelli fatti con animali hanno anche un nome simile o uguale.
Qualche onnivoro penserà che senso ha mangiare cibi vegani che sembrano carne, tipo l’arrosto di seitan? dandosi la risposta sbagliata che è per il semplice fatto che i vegani rimpiangono questi cibi.
Ma non è proprio così, al contrario vi do la mia spiegazione perchè i vegani chiamano i loro prodotti con nomi di prodotti di origine animale?
Polemiche e discussioni se qualcuno chiama mozzarella, la mozzarella di riso chiamata anche mozzarisella, o l’affettato di seitan o di lupino, il polpettone di lenticchie, definendo la carbonara vegan non una carbonara, e infine gli incriminati gamberetti di yam, le costatine di muscolo di grano, le cotolette di soia e il suffisso veg davanti alla ricetta di una semplice pasta con il topinambur, che secondo l’onnivoro scettico è una semplice pasta al pomodoro con le patate.
Per chi ha scelto un’alimentazione etica e cruelty free, portare in tavola alimenti che ricordano la forma e il nome della carne è una semplice dimostrazione che ci si può nutrire senza nessuna sofferenza degli animali, senza uccisione di nessun essere vivente, ecco perché il vegano ama preparare e cucinare oltre a cibi come cereali, legumi e verdure allo stato originario, anche cibi vegetali trasformati a forma di salsicce e quant’altro, e non per essere ridicoli e nostalgici della carne.
In Italia e nel mondo i vegani e i vegetariani sono aumentati grazie anche a questi prodotti, che sono una valida alternativa che per chi non ha ancora imparato a cucinare cruelty free, o per chi ha una vita piena di impegni.
E per fortuna approdano anche in Italia negozi cruelty free specializzati come nel caso dei Ivegan, a Roma, in via Angelo Emo 125, dove far la spesa diventa un piacere e soprattutto dove l’etica è di casa, proponendo alimenti a forma di carne ma fatti al 100 % di vegetali e con dicitura vegan sulla confezione.
Cucinare gamberetti veg, polpette veg e arrosto veg e infiniti altri piatti è la dimostrazione che il vegano non uccide nessuno per nutrirsi.
Il termine affettato non vuol dire sinonimo di animale, ma vuol dire a fette, e di conseguenza è normale che qualsiasi cosa che compriamo e che ricorda la carne come i wurstel o la cotoletta o le polpette fatte con verdure, soia e seitan, continuino a conservare il nome e l’ingrediente principale con il quale sono preparati. Certamente le aziende che producono questi prodotti lo fanno per facilitare e far capire ai consumatori cosa si sta acquistando.
E non è certo il nome dei cibi che ai vegani interessa quanto il fatto di non uccidere nessun animale per nutrirsi, quindi è una polemica davvero nulla perché ognuno chiama i cibi come meglio ritiene, è inutile polemizzare se un vegano mangia una polpetta veg di spinaci o un gamberetto vegan, non credete?
Nei lontani anni 90 trovare nei supermercati un burger di soia era una impresa ardua, potevi trovare solo a fatica le bistecchine disidratate di soia, e se volevi mangiare vegano l’unica cosa che potevi fare era imparare a cucinare e metterti ai fornelli, anche se avevi i minuti contati.
Oggi per fortuna abbiamo fatto mille progressi, esiste anche il finto tonno o il no eggs per creare dolci, il formaggio di riso, è davvero notevole la varietà di prodotti che possiamo trovare facilmente e necessaria soprattutto per chi conduce una vita frenetica.
Quindi onnivori e anche produttori di carne, non disturbatevi più quando sentite parlare di cotolette, cornetti e qualsiasi altra cosa che ha il suffisso veg sulla confezione, non è illecito usare nomi con i quali vengono chiamati anche i prodotti animali.
Se vi va leggete la risposta della Commissione Europea agli Europarlamentari Paolo De Castro e Giovanni La Via che hanno chiesto di intervenire in merito alla suddetta questione, secondo i quali “si riscontrano pratiche tese , pur non violando le regole, a promuovere la vendita di prodotti per vegani che si avvantaggiano di denominazioni chiaramente riferibili a prodotti a base di carne”
Buona lettura. 😉
di Antonella Tomassini