Dopo anni di ricerca e sperimentazione, Kanèsis, una startup di Catania, ha realizzato la prima bioplastica a base di canapa e altri scarti vegetali.
Cosa è Kanèsis
Il progetto Kanèsis è stato ideato da Giovanni Milazzo, giovane studente di ingegneria e dal suo team, formato da chimici, tecnici alimentari, designer e biotecnologici, creando un materiale innovativo e green vincendo il concorso “Start Up Academy” dell’Università di Catania. Nasce così l’HBP® ossia Hempbioplastic, una plastica ecosostenibile , utilizzata per diverse applicazioni industriali riuscendo a realizzare il prototipo di un filamento per stampa 3D.
Leggiamo sulla pagina Facebook di Kanèsis che nell’aprile del 2015, presentano la prima domanda di brevetto italiano. L’anno successivo, aprile 2016, presentano la domanda PCT per l’estensione del brevetto. Nel mese di marzo del 2016, creano una società a responsabilità limitata, la MICA Srl. Il primo campo di applicazione per l’HBP® è il settore della stampa 3D. Il prodotto viene lanciato sul mercato nel maggio del 2016 attraverso due diverse campagne di crowdfunding che permettono all’azienda di coprire i costi relativi alla procedura brevettuale e di sopravvivere nella sua fase di start up.
Kanèsis per la Ricerca e lo Sviluppo
La società nel tempo ha stretto collaborazioni con gli agricoltori, le associazioni, i centri di ricerca, le aziende commerciali, le società industriali e tutti coloro interessati al progetto. Sin dall’inizio, i fondatori decidono di investire sulla Ricerca e lo Sviluppo e non sui macchinari e le apparecchiature. Ad oggi, il cuore pulsante del progetto è il know-how. La produzione, invece, è esternalizzata di volta in volta: standardizzazione degli elementi per il compounding, estrusione del filamento, packaging.
Spiega Milazzo – «Il nostro obiettivo è sviluppare prodotti industriali dalla natura. Abbiamo cominciato dalla canapa perché è una pianta dalle proprietà straordinarie. Inoltre, ha un costo notevolmente inferiore a quello della più economica bioplastica in commercio, che è anche il nostro principale competitor, il PLA»
Bioplastica leggera e resistente
Infatti, la nuova bioplastica progettata con materiali tutti italiani risulta essere più leggera e avere una resistenza alla trazione del 30 % migliore rispetto a quella tradizionale ma anche più economica (circa 2,50 al chilo) rispetto al PLA, la plastica biodegradabile più usata per le stampanti in 3D (circa 5 euro al chilo).
La missione di Milazzo e di Antonio Caruso, co-fondatore della società è sostituire i materiali plastici petrolchimici con quelli di derivazione vegetale affinché anche gli oggetti d’uso comune siano l’espressione di un ritorno alla natura consapevole e sostenibile, sottolineanando l’importanza che le attività di ricerca, educazione, e advocacy giocano nel sensibilizzare le generazioni attuali e future.
Innovazione, economia circolare e sostenibilità ambientale sono i punti basi di questo termoplastica speciale, completamente riciclabile, e il giovane Milazzo non si ferma qui, infatti il suo team, sta lavorando su altri sei materiali compositi derivati da scarti vegetali per realizzare bio carburanti o etanolo di canapa, al fine di produrre energia pulita.
E noi siamo lieti di condividere il suo progetto green made in Italy, che sicuramente aiuterà la salvaguardia del Pianeta.
