Cosa accomuna questi due antichi popoli, gli esseni e i catari, due tradizioni mistico-religiose? Tra i tratti comuni c’era certamente un particolare rapporto col cibo e col corpo, una relazione molto diversa da quella attuale, tutta da riscoprire e analizzare.
Elevandosi sopra i decenni e analizzando la storia da una prospettiva più ampia, è innegabile che nell’ultimo secolo il cibo non è riuscito a evitare la deriva consumistica e capitalistica che ha coinvolto tutti i campi della vita, prima nel cosiddetto Occidente, e poi nel resto del mondo moderno.
Il cibo è stato usato come status symbol di posizione sociale e come mezzo di appagamento di piacere, la sua funzione nutritiva è stata via via sempre più negletta e lo stimolo della fame indotto a commando, il peccato di gola è stato pian piano legittimato e ciò a comportato una volgarizzazione della coscienza alimentare comune, nonché un abbassamento del livello di salute umano: avendo rinunciato a mangiare cibo sano, naturale e adeguato al metabolismo umano, abbiamo perso per strada la salute che era naturale nei nostri nonni e bisnonni, quella che ancora possiamo trovare in alcuni popoli legati ad antiche tradizioni e non del tutto corrotti dal lato negative della modernità.
Tuttavia una nuova coscienza collettiva, un bisogno innato di ritrovare una strada antica e nuova, sempre attuale perché innata nei nostri bisogni desossiribonucleici, è sorta e si sta sviluppando negli ultimi decenni, col vegetarianesimo, il veganesimo, il crudismo e altre correnti.
Ma chi sono gli antesignani di questi movimenti nel mondo dell’antichità?
Gli esseni e l’alimentazione vegetariana
Già nell’antica Grecia, Plutarco, Plotino ed Epicuro, per citarne solo alcuni, erano noti vegetariani, ma le loro argomentazioni non riuscirono a creare veri e propri movimenti e gruppi sociali.
Nell’area della Palestina invece, attorno al secondo secolo prima di Cristo, esisteva la comunità degli esseni, gruppo semitico non di spicco, culla di una commistione tra mistica cananea, ebraica, egizia e mitraica, basato su uno stile di vita che oggi diremmo monastico o contemplativo.
Oltre a praticare speciali abluzioni simboliche, gli esseni sono stati tra i primissimi strettamente vegetariani e quasi completamente crudisti.
Il cibo e la vita in esso contenuta doveva per gli esseni rimanere inalterato da eccessive manipolazioni e nutrire il corpo evitando gli eccessi.
Il concetto di eccesso non aveva basi morali ma profondamente fisiologiche, come i moderni dietologi, gli esseni avevano capito che molti problemi di salute avevano come origine l’eccessivo consumo di cibo.
Giusta quantità, giusta qualità, abluzioni detossificanti, erano la chiave alimentare per un livello di salute psicofisica difficilmente raggiunto in altre epoche.
I catari: mistica e alimentazione
Nel dodicesimo secolo dopo Cristo si sviluppò in Europa, soprattutto in Occitania, un movimento mistico religioso conosciuto come catarismo, ritenuto eretico dala chiesa di allora e perseguitato con delle crociate ad hoc che lo spinsero all’estinzione.
Nonostante alcuni tratti in comune, la mistica dei catari (i “puri”) si differenzia da quella essena essendo basata su un forte manicheismo, secondo il quale la realtà dell’anima era fatta di gioia e perfezione, e quella del corpo di oscurità e dolore.
Per vivere le gioie interiori però il corpo non andava mortificato, come poteva accadere nella chiesa romana all’epoca; piuttosto andava mantenuto uno strumento puro, adeguato, controllato.
Uno dei modi di tenere puro lo strumento fisico era quello di stare al riparo dall’inquinamento dato dai piaceri eccessivi, specie dati dal consumo eccessivo di cibo, soprattutto di carne non adatta all’uomo e quindi fonte di malattie, risultato di una vita all’insegna dell’impurità.
Per i catari, questo genere di comportamenti incatenava l’anima e la coscienza al corpo materiale e ai suoi meccanismi più bassi, allontanandole dalla verità interiore e dalla possibilità di una vita meditativa, intuitiva, fatta di rivelazione interiore e quindi di potere trasformatore, che amavano impiegare nella poesia (erano all’origine del famoso amor cortese).
L’essenza dei catari e degli esseni
I tratti comuni di questi due gruppi strettamente vegetariani (i catari tolleravano il consumo di latte), rimandano al concetto che, se nutrito secondo la propria vera natura e non seguendo piaceri indotti, il corpo può fungere da perfetto supporto dell’anima, manifestando le realtà che essa sperimenta nei mondi dello spirito e partecipandovi.
Il tutto su scala comunitaria e sociale, non solamente come vita individuale, episodica nella storia dell’uomo e quindi da considerarsi eccezione alla regola.
Fonte: http://www.cure-naturali.it/vegetarianesimo/1311/esseni-e-catari-vegetarianesimo-e-mistica/6961/a