La roveja, per chi non la conoscesse è un piccolo legume simile al pisello, dal seme colorato con sfumature dal verde, al marrone scuro, al grigio, cresce in alta montagna e non necessita di concimazione e ne di molta acqua.
È di origini antichissime, infatti nei secoli passati questo antico seme era coltivato su tutta la dorsale appenninica umbro-marchigiana, di preciso a Civita di Cascia, dove i campi si trovavano anche a quote elevate: la roveja infatti è resistente anche alle basse temperature e si coltiva in primavera-estate. E’ un alimento “ritrovato” e cucinarlo ci porta indietro nel tempo, facendoci conoscere sapori antichi ma allo stesso tempo nuovi per i nostri palati.
Difficoltà
00
Tempo di preparazione
1 ora
Per 4 persone
Ingredienti
200 gr. di roveja
200 gr. di tubetti
4 tazze di acqua o brodo vegetale
1 cipolla
1 costa di sedano
1 carota
Due foglie di alloro
1 peperoncino
1 cucchiaino di cumino
1 rametto di rosmarino
Sale e olio evo
Preparazione
Mettiamo in ammollo la roveja per 12 ore, poi la sciacquiamo velocemente. Nel frattempo tritiamo la cipolla, spezzettiamo il sedano, e tagliamo a piccoli dadini la carota. Mettiamo in un tegame con un goccio di olio e lasciamo rosolare il tutto. Aggiungiamo il peperoncino, le foglie di alloro e il cumino, versiamo la roveja, mescoliamo per bene, aggiungiamo un pizzico di sale e l’acqua o se preferite il brodo vegetale (senza sale), e lasciamo su fuoco basso per circa un’ora. Mescoliamo di tanto in tanto e quando la minestra è quasi pronta uniamo la pasta di formato piccolo. Io ho scelto i tubetti, ma vanno benissimo anche le fregule o i filini, che lasciamo cuocere insieme alla roveja per il tempo indicato di cottura della pasta.
Versiamo la minestra nel piatto e decoriamo con un rametto di rosmarino e un filo di olio evo.
Ricordiamoci che la roveja contiene proteine vegetali e carboidrati, è ricca di potassio, fosforo e fibre che aiutano a mantenere l’intestino attivo e soprattutto è ideale da mangiare nelle giornate autunnali.
di Antonella Tomassini