Ci sarebbero davvero tanti buoni motivi per non bere caffè e anche se ciclicamente vengono proposti dei buoni motivi per berlo, non ho trovato alcun articolo in cui si dice il caffè fa bene. Al più viene detto che il caffè non fa esclusivamente male o non fa male a tutti in egual misura… formulazioni un po’ fuorvianti. E lo dico da accanita consumatrice di caffè per almeno 18 anni della mia vita (anche più di sei tazzine al giorno!).
Non che non ne conoscessi gli effetti ma in realtà mai nessuna di queste motivazioni mi ha convinto a smettere, come del resto mai nessuna spiegazione dei danni del fumo mi aveva convinto a non fumare. Riprendo questo elenco stilato da Valdo Vaccaro sul suo blog per riassumere brevemente le conseguenze del bere caffè.
1) Il caffè è una droga che causa assuefazione e crisi di astinenza.
2) Il caffè è teratogeno, per cui causa difetti genetici alla futura prole.
3) Il caffè è mutageno. Una tazzina contiene 250 mg di pericolose sostanze mutagene e altamente tossiche come l’acido clorenico, l’actractylasides, il glutathione transferase inducers, causa di mutazioni genetiche (rotture molecolari del Dna) che portano al cancro.
4) Il caffè è cancerogeno per il suo materiale combusto e per il contenuto in methilglyoxal (mutagenic pyrolisis product), ed è associato a vari tipi di tumori.
5) Il caffè contiene caffeina, uno tra i 20 veleni più pericolosi del pianeta, un alcaloide tossico che irrita il sistema nervoso, sbilancia il sistema simpatico e causa aritmie cardiache.
6) Il caffè e torrefatto ed amaro. Corrompe l’alito, ingiallisce i denti, irrita lo stomaco e danneggia il fegato. Come se non bastasse, ha effetti distruttivi sul sistema renale.
7) Il caffè è carico di acido ossalico che vincola e sequestra il calcio, e causa calcoli ai reni e in altre parti del corpo.
8) Il caffè è carico di acido urico. Acidifica il corpo e causa osteoporosi. Sovverte la digestione e il sonno.
9) Il caffè produce una restrizione dei vasi sanguigni, alta pressione, irregolare circolazione coronarica, insufficienza renale, ulcere gastriche, irrequietezza, sonni agitati, sconvolgimenti nel glucosio del sangue (spinge il pancreas a secernere più insulina).
10) Il caffè, sia a pasto che dopo pasto, fa da innaturale acceleratore digestivo causando malassorbimento degli alimenti e rallentamento della peristalsi intestinale.
11) Il latte nel caffè è un ulteriore errore alimentare, col tannino del caffè che va in fermentazione e causa irritazioni intestinali.
12) Una tazza di caffè mette 21 ore per passare attraverso i reni e il sistema urinario. Bastano 8 tazzine al giorno per fare di una persona sana un cliente probabile alla dialisi e al trapianto.
Detto questo, niente di tutto ciò mi ha mai fatto desistere dal bere caffè. E poi cos’è successo?
Intanto ho smesso di fumare e ho capito che la difficoltà nel farlo era dovuta più al lavaggio del cervello che ci hanno fatto sul fumo, piuttosto che a una concreta complessità. Il nostro corpo è davvero una macchina fantastica… è la mente che ogni tanto va nel pallone! Superato questo scoglio tutto mi sembrava più semplice. Così ho cominciato a stare meglio fisicamente e mentalmente e, ovviamente, quando si entra in un meccanismo di benessere poi è difficile smettere.
Mi sono detta, se ci sono riuscita con la nicotina, perché non farlo anche con la caffeina e la teina? In fin dei conti il procedimento di assuefazione è molto simile. Il caffè, il fumo e molte altre sostanze non hanno sapori buoni da subito. Se ci pensate bene, prima di essere irrinunciabili queste sostanze sono davvero disgustose e farsele piacere all’inizio è un’impresa. Perché? perché il corpo ci avverte quando si tratta di veleno. Per questo spesso lo si deve ingannare aggiungendo zucchero o latte o altro in grado di mascherare sapori e odori… per poi eliminarli quando scopriamo che fanno ingrassare, ritrovandoci dipendenti di qualcosa che neanche ci piaceva e ci fa male. Che furbi che siamo!
In questo risveglio mi sono stati tanto di aiuto tre libri di Allen Carr che – secondo me – sarebbero da leggere a prescindere dai vizi e dalle dipendenze individuali perché dicono davvero tanto della nostra mente, del nostro corpo e del sistema manipolatorio in cui siamo immersi.
Ma la vera svolta di questo percorso c’è stata leggendo un libro di Pomroy Haylie: La dieta del supermetabolismo. Il problema, infatti, rimaneva comunque uno: smetto di fumare, smetto di bere caffè, smetto di bere tè… come farò a non ingrassare?
Così mi metto a leggere questo bestseller americano (una Bibbia per la linea di molti vip!) e, nel terzo capitolo del libro, in cui si danno istruzioni per la prima fase della dieta, ecco l’illuminazione: Elimina tutte quelle cose che provocano stress fisico, quei sabotatori del metabolismo che sono il grano, i latticini e la caffeina, tutta roba che provoca irritazione o infiammazione gastrointestinale rallentando l’intestino e inducendo l’insulinoresistenza. (…)Ricordate: nessuno di noi è carente di caffeina o di edulcoranti artificiali. Anche se non siete convinti che alcune delle sostanze bandite vi facciano male, posso garantirvi che bene non vi fanno. (…) E’ fondamentale capire quanto la caffeina stressi i surreni. Le ghiandole surrenali sono importantissime: tengono d’occhio la glicemia, mantengono stabili el concentrazioni di cortisolo e regolano adrenalina e noradrenalina, i così detti ormoni della fuga o della lotta. Inoltre i surreni contribuiscono a regolare l’aldosterone, che controlla il metabolismo dei grassi, l’accumulo di zucchero e lo sviluppo di massa muscolare.
La Haylie continua con una spiegazione dettagliatissima del perché la caffeina, al contrario delle credenze, è nemica della linea e dei sensi: perfetta per mandare all’aria il metaboilismo.
Così mi sono convinta e, sebbene la dieta del supermetabolismo io non sia mai riuscita ad applicarla, la caffeina ha smesso totalmente di invadere le mie giornate. Da circa otto mesi. La colazione a base di frutta e spremute è un momento davvero piacevole. Non sto barcollando dal letto al divano, anzi! Dorme meglio e… no, non sono ingrassata!
Con il tempo ho infine scoperto che, oltre a farmi un grandissimo piacere, la mia scelta si è rivelata positiva anche per l’ambiente. Basti pensare che le importazioni italiane di caffè – circa 480mila tonnellate all’anno – gravano sull’ambiente con 1400 milioni di metri cubi acqua, 4 milioni di tonnellate di CO2, 1,6 milioni di ettari l’anno (più della superficie dell’intera Calabria!), per produrre un chilo di caffè servono circa 14 mq di terra arabile. Nel mondo ci sono più di 10 milioni gli ettari di terra (coltivabili) destinati globalmente alla coltivazione del caffè con conseguenze sempre più tragiche: taglio delle foreste pluviali, disboscamento, rischio d’estinzione per molte specie animali (il rinoceronte di Sumatra, l’elefante indiano, la tigre di Sumatra).
Insomma, diamoci una svegliata… senza caffè.
*Allen Carr, ideatore di Easyway, fu per più di trent’anni un accanito fumatore, arrivando a fumare anche 100 sigarette al giorno. Come la maggior parte dei fumatori aveva al suo attivo innumerevoli tentativi per smettere: tutti falliti. Sino a che, un pomeriggio del 1983, vi riuscì senza problemi. Questo suscitò la sua curiosità che, unita al suo spirito analitico, gli permise di capire come mai, in quella occasione, fosse stato così semplice. Nacque così il Metodo Easyway. Nel giro di 30 anni, quella che sembrava una semplice iniziativa individuale, si è trasformata in un’organizzazione con sedi in quattro continenti. Al primo centro di Londra se ne sono aggiunti 150 in più di 45 nazioni. Ogni anno i centri Allen Carr’s Easyway aiutano oltre 50.000 fumatori. Il motivo di questa espansione è uno solo: il sistema funziona.
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Fonte: http://www.vivicomemangi.it/come-e-perche-smettere-di-bere-caffe/