Ecco perché una mamma non vegana ha scelto per la figlia l’asilo vegano. | ilVegano.it
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Ecco perché una mamma non vegana ha scelto per la figlia l’asilo vegano.

In questi ultimi tempi si sente parlare sempre più di mamme vegane, bambini vegani e menù vegani nelle scuole.

Dibattiti, polemiche e critiche non mancano mai, ci siamo allora soffermati sul fatto che per fortuna l’informazione da parte di nutrizionisti, medici e pediatri è in continuo aumento così come è sempre più alto il numero di mamme che si rivolgono a centri specializzati per ricevere le giuste indicazioni sull’alimentazione veg nei bambini, tant’è che sta aumentando anche il numero degli asili che per scelta promuovono la filosofia vegana.

Ci siamo chiesti se voi mamme veg mandereste i vostri figli ad un asilo vegano, e le risposte sono state tutte affermative ovviamente, ma se invece fosse una mamma non vegana a mandare il proprio figlio all’asilo vegano?

Troviamo interessante, allora condividere l’intervista pubblicata su Famiglia Cristiana, a una mamma non vegana che ha deciso di iscrivere la figlia non vegana al Nido Naturà di Milano, il primo asilo vegano al 100%.

I motivi possono essere tanti, e leggere le parole di Silvia, questa mamma non vegana possono forse aiutare a comprendere il rispetto per l’ambiente e ciò che ci circonda. Buona lettura! 😉

Perché ha scelto per sua figlia un asilo vegano? 
«In realtà il motivo per cui abbiamo scelto il nido Naturà non è legato esclusivamente alla dieta che viene seguita nel nido. Mia figlia non è vegana, ma abbiamo scelto di condividere il progetto educativo del nido che parte dalla sostenibilità e non può quindi prescindere dall’alimentazione. Scegliere di mandare i propri figli a un nido vegano pur non essendolo può sembrare forse paradossale, ma non è cosi. Tutti possiamo imparare a fare un consumo critico, ridotto e consapevole di carne e derivati animali. Ma dobbiamo sapere come farlo nel modo corretto. E quale luogo migliore della scuola dove ci sono esperti a guidarci? È ormai sapere condiviso l’impatto che la nostra alimentazione ha sull’ambiente in termini di consumo di risorse naturali (a cominciare dall’acqua), inquinamento derivante dagli allevamenti intensivi e accrescimento del divario che divide paesi ricchi dai paesi poveri, aspetti sottolineati diverse volte anche dall’Onu». 

Cosa mangia sua figlia all’asilo e a casa? 
«All’asilo Giulia chiaramente segue una dieta vegana, priva di carne, pesce e derivati animali (latte e uova). Ogni settimana ci vengono mandati i menù elaborati con un nutrizionista, così, anche grazie alla sua guida, posso completarli a casa perché Giulia possa avere tutti i nutrienti necessari alla sua crescita. Sono menù ricchissimi, anche di prodotti che a volte conosco per la prima volta (quinoa, gomasio, tahin…) o che avrei qualche difficoltà per le tempistiche a cucinare alla sera. A casa mangia come me: una dieta principalmente vegetariana, ma con l’aggiunta del pesce. Ma latticini, uova sono tutte di provenienza locale, biologica se non biodinamica e il pesce proviene da pesca sostenibile. Evitiamo quindi prodotti provenienti da allevamenti intensivi non rispettosi del benessere animale e ambientale». 

Molti medici nutrizionisti sostengono che una dieta vegana o vegetariana possa causare problemi allo sviluppo dei bambini. Si è preoccupata di questo?
«Assolutamente sì. Ci siamo rivolti a degli specialisti sin dallo svezzamento. La nostra bimba, oltre che dal nutrizionista del nido, è seguita dal nostro pediatra di famiglia e da un nutrizionista. Siamo consapevoli che è necessario non affidarsi al fai da te ma percorrere questo percorso con coscienza e integrare se necessario. Ma la scelta di non mangiare carne e fare un uso ridotto delle proteine animali nasce anche da motivi di salute oltre che etici: sono molti i nutrizionisti, per non parlare di Berrino o Umberto Veronesi, a sottolineare come un consumo ridotto o nullo di proteine di origine animale contribuisca a migliorare la nostra salute e a prevenire problemi legati alla sovralimentazione come obesità e diabete».  

Dal punto di vista educativo cosa le piace della filosofia vegana che vorrebbe trasmettere a sua figlia? 

«Come le altre famiglie, onnivore, vegetariane o vegane che siano, desideriamo per nostra figlia un futuro migliore, più sostenibile e rispettoso dell’ambiente e dei suoi abitanti, animali e persone. Al nido nostra figlia può imparare, seguita dall’educatrice e dal nutrizionista, a scoprire alimenti nuovi e ricchi di nutrienti. Può imparare a capire cosa vuol dire crescere rispettando l’ambiente, grazie al riciclo creativo e a giochi fai da te fatti con materiali di recupero, può imparare a vivere in sintonia con la natura, usando prodotti rispettosi dell’ambiente e del suo corpo, grazie all’uso di detergenti bio ed ecologici e all’uso di pannolini lavabili, può vivere in un ambiente a sua misura e privo di sostanze tossiche, grazie all’arredamento ecosostenibile e ai giochi in fibre naturali. E può anche imparare a conoscere che esistono cibi rispettosi degli animali. Perché quello che mangiamo e le scelte che tutti i giorni operiamo sulla nostra tavola contano. E non è mai troppo presto per imparare a rispettare l’ambiente e i suoi abitanti, se hai dei professionisti pronti a insegnartelo».

Sicuramente la storia di Silvia è da condividere, e siamo certi che la piccola Giulia imparerà ad amare il mondo etico e ecosostenibile, dove non esiste nessuna sofferenza e gli animali sono liberi e no cibo.

di Antonella Tomassini

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