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Digiuno secco (dry-fasting): cos’è, perché, benefici

Un digiuno secco (dry-fasting) è un’assoluta astinenza dal cibo solido, liquido e anche dall’acqua. Semplicemente né si mangia, né si beve.

Tipi di digiuno secco

Ci sono due tipi di digiuno secco: “hard” e “soft”, ossia più duro o più leggero. Nel digiuno secco “hard” non si entra in contatto con l’acqua in alcuna maniera. Questo vuol dire niente docce (sì, avete letto bene!), niente lavata di mani o di denti. In un digiuno secco “soft”, invece, non si beve acqua, ma ci si può entrare in contatto.

Secondo Anna Yakuba e altri esponenti del digiuno a secco, il digiuno a secco più tosto sarebbe più facile da portare a termine e più efficace.

I russi ci precedono

Sebbene il digiuno secco non sia molto conosciuto nel mondo occidentale, è una pratica diffusa in Russia. Il massimo espositore del digiuno secco è Sergei Ivanovich Filonov, un dottore con 20 anni di esperienza nel campo del digiuno secco nel suo centro in Russia, Sinegorye.

Ci sono poche letture in rete che parlano di digiuno secco. Il Dr. Filonov ha scritto un libro di 337 pagine a riguardo: “Dry Medical Fasting: Myths and Reality”, del quale però non vi è traduzione professionale, nemmeno in inglese (si può trovare una versione malamente tradotta qui).

Non essendoci molto materiale scientifico ed esperienziale a riguardo bisogna fare extra attenzione quando si decide di intraprendere un digiuno di questo genere.

Cosa succede durante un digiuno secco

Quello che succede durante un digiuno secco è davvero interessante. Le tossine, invece di passare attraverso i canali ordinari di eliminazione (colon, reni, fegato, pelle ecc.) trasportate dai fluidi corporei, vengono incenerite nelle cellule stesse. Le cellule diventano come delle fornaci. Esse bruciano le tossine e recuperano, quando possibile, ciò che può essere riutilizzato dal corpo. Questa è una grande differenza fra il digiuno ad acqua e il digiuno secco.

Da dove ottiene il corpo l’acqua necessaria per il suo mantenimento? L’acqua origina dalle cellule stesse, in particolare dalle cellule grasse. Il Dr. Filonov sostiene che creiamo 1- 1.2 litri di acqua metabolica al giorno, della quale si dice essere la più pura di tutte perché già distillata dal corpo. Essendo questa acqua di alta qualità, il corpo avrà bisogno di meno acqua in generale per il suo funzionamento.

Si dice che un digiuno secco equivalga a 3 giorni di digiuno ad acqua, anche se questo dato è difficilmente quantificabile ed è supportato più da esperienze, che da fatti.

La pelle è un organo di eliminazione secondario e può essere utilizzato dal corpo per espellere le tossine accumulate, tra le tante altre funzioni. Durante il digiuno secco, questo organo lavora quasi al contrario: i pori si aprono sviluppando una capacità maggiore di assorbimento di acqua atmosferica.

Il digiuno secco rallenta la divisione cellulare, garantendo più energia per la riparazione e il mantenimento del corpo.

La somma di questi processi, di riciclo dell’acqua e degli elementi nutritivi utili, disintegrazione di cellule e tessuti danneggiati, rallentamento della divisione cellulare fanno sì che un rinvigorimento del sistema e un ringiovanimento generale avvenga nel corpo e si percepisca fisicamente. Spesso si parla di un digiuno a secco come una rinascita.

Durante il digiuno si vanno a distruggere parte vecchie del corpo, tessuti deboli e danneggiati, grazie ad un processo chiamato autolisi. Quando si riprende l’alimentazione, facendo attenzione a ciò che si consuma, si ha modo di costruire tessuti sani e forti per un corpo vitale e pulito.

Autolisi: un processo strabiliante di riciclaggio

Durante un digiuno viene innescato un processo fisiologico chiamato “autolisi”. Una evidente caratteristica nella riutilizzazione delle riserve.

Il Dr. Yoshinori Ohsumi ha nominato recentemente questo processo “autofagia” ed ha vinto il premio nobel in fisiologia e medicina per le sue scoperte sui suoi meccanismi. Un concetto però non nuovo agli igienisti, i quali ne parlano da almeno un centinaio di anni.

Autolisi è un meccanismo di autodistruzione che risiede dentro la cellula per mezzo di enzimi chiamati lisosomi. Un lisosoma è un organello che risiede all’interno della cellula e ne costituisce l’apparato digerente. Il suo è un ruolo davvero speciale: quello di rimuovere (digerire) cellule morte o danneggiate (da una lesione, caldo, freddo, chimici, traumi ecc.). Se il danno è lieve si degrada solo parte della cellula. Ciò che può essere scomposto e riutilizzato dall’organismo viene riciclato, il resto sarà espulso. Si passa quindi alla riparazione della cellula. Se il danno è grave, l’intera cellula verrà rimossa riutilizzando l’utilizzabile. Questo processo di disintegrazione è chiamato, appunto, autolisi.

Viene dato inizio a questo processo anche in caso di deprivazione nutritiva, come nel caso di un digiuno. E, per ordine d’importanza, le cellule dei tessuti vengono auto-lise (auto-distrutte, auto-digerite) per poter riciclare i componenti riutilizzabili dal corpo per la sua sopravvivenza.

Benefici che si ottengono grazie ad un digiuno secco

Il digiuno secco viene praticato in particolar modo in tema religioso e spirituale, ma può essere uno strumento di grande potenza anche a livello fisico.
Il digiuno secco – come qualsiasi altro tipo di digiuno o dieta depurativa – non si può considerare una “cura” per malesseri. Quando si digiuna si mettono in moto forze e proprietà del corpo umano di riabilitazione e guarigione. E’ il corpo, in definitiva, che fa il lavoro e guarisce. Semplicemente gli viene data la possibilità, il tempo e le energie per farlo.

Detto questo, ci sono diverse malattie che il Dr. Filonov ha visto guarire con efficacia con un digiuno secco, ad esempio:

– cisti uterine
– endometriosi
– infertilità
– infezioni parassitarie, batteriche e virali
– tumori benigni
– asma
– sciatica
– ulcere (stomaco, colon, intestino)
– aterosclerosi
– colon irritabile
– emorroidi
– infiammazioni

(Ma ci sono anche tante altre condizioni patologiche per le quali il digiuno secco è controindicato, come tumori maligni, ipotiroidismo e altre malattie al sistema endocrino (ormonale), cirrosi epatica, sottopeso…)

L’infiammazione in particolare beneficia da un digiuno secco

L’infiammazione è una comune azione di difesa dell’organismo come risultato di una lesione. E’ normale trovare batteri durante un’infiammazione perché si cibano di elementi metabolici e di scarto. I batteri vivono in un terreno umido, ma, quando si comincia a non bere, nel corpo inizia una battaglia all’ultima risorsa d’acqua. Le cellule più sane e forti vincono e ciò che rimane non è più un ambiente adatto ai batteri. E’ come prosciugare uno stagno. Le zanzare finiranno per essere devastate e, infine, morire. L’infiammazione non può sopravvivere senza acqua e la disidratazione che risulta da un digiuno secco è sterminante per questi organismi.

Non solo i microorganismi competono per l’acqua, ma anche le cellule stesse. Diventa una “battaglia del più forte”. Cellule danneggiate, malate e compromesse tendono a perdere contro le cellule sane, le quali si assicurano la poca acqua presente. Questo porta ad una diminuzione in massa e all’incenerimento e alla scomposizione delle cellule e dei tessuti meno utili (per mezzo del processo di autolisi, vedi sopra).

Il digiuno secco contro le radiazioni nucleari

E’ interessante sapere che il digiuno secco viene impiegato con successo in caso di radiazioni nucleari. Tonya Zavasta parla nel suo libro, Quantum Eating, di diversi dottori russi che sono riusciti a riabilitare pazienti sopravvissuti alla tragedia di Chernobyl e credono fermamente che il digiuno, sia a secco che ad acqua, sia l’unico modo per la ristorazione degli acidi nucleici, DNA e RNA. Anche le cellule danneggiate cominciano poi a dividersi normalmente.

Quanto lungo può essere un digiuno secco?

Anna Yakuba suggerisce di non oltrepassare i 3 giorni di digiuno secco autodidatti. E di cominciare con un periodo di 24 o 36 ore. Il Dr. Filonov fa digiunare i suoi pazienti a secco fino ad un tetto massimo di 14 giorni. E nel libro dei Guinness Book of Records è stata testimoniata la sopravvivenza di una persona senza mangiare o bere di 18 giorni.

Ci sono comunque diverse testimonianze su youtube di persone che hanno fatto delle esperienze con il digiuno secco e che hanno deciso di condividere le loro emozioni e sensazioni. Sono spesso arrivati ad un periodo di digiuno secco di 7, 9 o anche 12 giorni.

Personalmente ho portato a termine un digiuno secco assieme al mio ragazzo di 3 giorni e mezzo ed è stata un’esperienza molto piacevole, anche più di un digiuno ad acqua.

Come interrompere il digiuno secco

Come per il digiuno ad acqua, il modo di terminare il digiuno secco è importantissimo. Bisogna fare attenzione a come si riprende a bere e a mangiare. Il Dr. Filonov suggerisce di bere 2 litri di acqua pura in 2 ore, pianissimo, tenendo ogni sorso in bocca il più a lungo possibile. E continuare per le prossime 12 ore a sorsi piccolissimi e a brevi intervalli.

Per quanto riguarda la rialimentazione, Anna Yakuba suggerisce di spezzare un digiuno secco con un succo di: 2 arance, 1 limone, ½ pompelmo. Di sera consiglia un’insalata cruda. Non vengono consigliati digiuni autodidatti di più di 3-5 giorni (e purtroppo non ci sono istituti in Italia che offrono la possibilità di questo tipo di depurazione) e quindi la rialimentazione qui suggerita è relativa all’interruzione di un digiuno a secco breve.

Dove intraprendere un digiuno secco

Il digiuno secco è stato intrapreso più che altro in Russia, Anna Yakuba gestisce il suo centro in Ukraina. Quindi non credo ci siano problemi ad utilizzare questo strumento anche quando fa freddo. Anzi, se ci ricordiamo che le cellule diventano delle camere inceneritrici, un sottile ma costante tepore sarà presente all’interno del corpo. Così almeno è stata la nostra esperienza.

Ad ogni modo viene suggerito di fare questo tipo di digiuno in montagna (io aggiungerei anche in campagna), dove l’aria è pura e fresca e non c’è smog. Ricordiamoci che la pelle diventa più permeabile e quindi tenderà ad assorbire l’aria e l’acqua atmosferica. Sarebbe un peccato riempirsi di monossido di carbonio e altri veleni proprio quando si cerca di ripulirsi. Viene consigliato anche di dormire fuori all’aria aperta, ancor meglio vicino ad un fiume.

Il digiuno secco può portare importanti cambiamenti. Siano questi fisici, ma anche sblocchi emozionali e profonda riconnessione con il sé e il creato. Sono certa sarà una forma sempre più diffusa anche nel mondo occidentale, perché molto potente ed efficace.
La mia esperienza con il digiuno secco mi ha particolarmente sorpresa per la sua leggerezza e semplicità. E’ stata così piacevole e serena che sia io che il mio compagno opteremo di nuovo per questo tipo di digiuno quando ne sentiremo la necessità.

 

 

 

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Fonte: http://ildragoparlante.com/digiuno-secco-dry-fasting/

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