La mia esperienza, una mamma racconta la scelta di essere un genitore vegano. | ilVegano.it
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La mia esperienza, una mamma racconta la scelta di essere un genitore vegano.

Abbiamo parlato diverse volte di mamme vegane, dello svezzamento e di alimentazione vegana nei bambini e di quanto sia importante far mangiare ai nostri figli frutta e verdura.

Molte persone sono tuttora perplesse e pensano che i bambini vegani siano denutriti, in particolar modo dopo aver letto le notizie scoop sui giornali di bambini vegani finiti all’ospedale per malnutrizione.

Soprattutto per disinformazione, allora ci rendiamo conto che esistono atteggiamenti negativi nei confronti di chi ha scelto di allevare i propri bambini seguendo una alimentazione vegana.

Trasmettere ai propri figli valori etici e crescerli secondo i principi di una alimentazione sana e nutriente, è un percorso che i genitori vegan seguono con molta attenzione, con criterio e coerenza.

Riportiamo la testimonianza di una mamma vegan che scrive il suo racconto su forumetici.it, che ci farà riflettere grazie alla sua esperienza e che i nostri figli cresceranno sani e forti con l’alimentazione vegana.

‘LA MIA ESPERIENZA…’
di Maria Teresa de Carolis

La mia esperienza come genitore vegan è abbastanza movimentata. Nel 1995 nasce il mio primo figlio, ero già vegetariana da quasi 10 anni, ma una vegetariana sui generis, poiché la mia alimentazione non prevedeva né latte, né uova ed occasionalmente formaggi, se riuscivo a trovarli a caglio vegetale; quindi diciamo che la preoccupazione dei medici che mi avevano seguita era quella dei nutrimenti essenziali per la crescita del bambino.
Infatti, capitata ahimé nelle grinfie di una incapace ecografista che riscontrò una crescita anormale nel feto, secondo i parametri era molto più piccolo della norma, mi inculcò la convinzione che senza carne quel bambino non sarebbe cresciuto nel modo corretto, costringendomi ad assumere carne, potendo ben immaginare per me cosa significasse, per circa una settimana, dopo la quale, a causa di gravi allergie, sfoghi cutanei e irrequietudine del feto, decisi di fare di testa mia tornando ad alimentarmi come avevo sempre fatto. Non ho preso integratori, tranne il ferro a cicli e mio figlio era talmente sottopeso, secondo i medici, che nacque di 4 kg circa.

Ho iniziato ad allattarlo al seno da subito. Il secondo giorno di vita si scoprì una grave incompatibilità di gruppo tra me e lui, in pratica il mio gruppo O positivo aveva generato anticorpi nei confronti del suo sangue A positivo. Abbiamo passato un anno a fare controlli ed analisi per monitorare il suo stato di anemia, che si è risolto senza bisogno di alcun intervento farmacologico. La mia scelta di allattamento esclusivo è stata pesantemente ostacolata da molti pediatri, dicendo che il bambino, vista la mia alimentazione non poteva avere il nutrimento necessario, sono stata costretta a rivolgermi alla Leche League, una lega che promuove l’allattamento al seno, e grazie a loro e ai loro consigli ho scoperto un modo naturale e semplice di allattare. C’è da fare una considerazione riguardo l’allattamento e l’alimentazione della madre: il latte è prodotto dall’ipofisi, una ghiandola direttamente collegata agli stimoli cerebrali, quindi più spesso il bambino è attaccato, più latte viene prodotto, e soprattutto le sostanze essenziali alla crescita derivano non solo da quello che si mangia, ma anche dalle scorte che il corpo ha incamerato, quindi non è il bambino a patire carenze, semmai lo è la madre che si priva, attraverso il latte, delle proprie sostanze nutritive.

Detto questo mio figlio è stato allattato per 9 mesi, esclusivamente, che vuol dire senza neanche somministrare acqua, non serve, il latte umano è assolutamente completo. Altra piccola informazione: la proteina del latte vaccino è molto più grande di quella umana, è per questo che i bambini allattati artificialmente necessitano del doppio del tempo per digerirla, tre ore contro l’ora e mezza del latte materno. Il latte vaccino è risaputamente inadatto al metabolismo umano, purtroppo il business del latte artificiale rema contro l’allattamento al seno. L’allattamento esclusivo al seno ha salvato mio figlio da una grave allergia che è stata scoperta più tardi, allergia a molte sostanze animali e derivati. Infatti poco dopo l’anno d’età gli è stata diagnosticata l’asma. Quindi quel poco di alimenti animali che occasionalmente ingerivo, sono stati eliminati e lui stesso è cresciuto senza latte di mucca, senza carne rossa, senza uova, senza pesce e formaggi. Un bambino destinato a diventare prima vegetariano e poi vegan, come è adesso all’età di 16 anni.

La mia seconda gravidanza è stata assolutamente priva di medici nei paraggi, vista l’esperienza della prima. Non voglio dire che si debba allontanare il sostegno e i consigli dei dottori, purché nel rispetto delle scelte individuali, soprattutto nel caso di una dieta che sia assolutamente bilanciata e sana, nonostante la falsa credenza che gli alimenti di origine animale siano indispensabili. Non è così. Grazie alla mia alimentazione, all’allattamento prolungato (durato 3 anni e mezzo), ad una dieta quasi totalmente priva di proteine animali, mio figlio all’età di 6 anni guarì dall’asma, un’asma allergica che poteva sfociare in una malattia e non solo in una manifestazione di intolleranza alimentare. La seconda figlia, che non è stata neanche vaccinata, l’ho allattata esclusivamente per 9 mesi, svezzata normalmente, prolungando l’allattamento per oltre 4 anni. So che potrà sembrare un’ esagerazione, molto vicina alla natura dei primati, più che a quella degli umani, ma vi assicuro che il corpo con questo tipo di alimentazione produce senza sforzo ciò che serve al bambino.

Sono molto perplessa quando leggo che essere vegan procura problemi, è evidentemente una cultura del consumare ciò che ci è stato imposto, convenzioni, purtroppo anche scientifiche, che vogliono criminalizzare una scelta profonda e non violenta, che si riflette inevitabilmente, in maniera positiva, su tutta una serie di comportamenti sociali. Dopo 26 anni dalla mia decisione di diventare prima vegetariana e poi vegan, guardando indietro, le mie scelte, la mia naturale propensione verso un approccio naturale, senza medicinali, senza latte artificiale, senza alimenti che causino sofferenza, vedo una luce diversa, profonda, una scelta che irradia anche l’esterno, perché alla fine dopo anni di lotte, erano le mamme stesse che mi dicevano, quanto quel tipo di dieta facesse bene ai miei figli, che tra l’altro si ammalano veramente di rado. E’ importante partire dalla nascita, spiegare alle madri i vantaggi di una dieta vegan, oltre al fattore determinante dell’etica, divulgare le possibili alternative, scientificamente, affinché una scelta possa essere una via e non un calvario, come spesso accade. In conclusione, quando mi chiedevano come mai avessi tanto latte da dare ai miei figli, con quello che mangiavo, io rispondevo: “Cosa mangiano le mucche?”.

Condividiamo l’esperienza di Maria Teresa nella speranza che possa essere utile alle altre mamme che ancora non hanno fatto questa scelta di vita o che si vedono ostacolate dai pareri di alcuni medici o dalle critiche di altri genitori, che la pensano diversamente da loro.

Affidarsi ad un pediatra specializzato in alimentazione vegan è la cosa migliore, e soprattutto informarsi.

di Antonella Tomassini

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