La concezione dell’ “homo eticus” secondo il saggista Franco Libero Manco. | ilVegano.it
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La concezione dell’ “homo eticus” secondo il saggista Franco Libero Manco.

Franco Libero Manco, noto saggista e opinionista vegano, nato nella provincia di Lecce, laureatosi nel 1975 in Architettura presso l’Università di Roma racconta in un post sulla sua pagina Facebook perché è diventato nel lontano 1974 vegetariano e in seguito nel 1990 vegano.

Il motivo è etico, ed è proprio grazie ad un pollo, che Franco, divenuto nel corso della sua carriera il fondatore del Movimento dell’Amore Universale e presidente dell’Associazione Vegan Animalista, autore di moltissimi libri etici, spirituali, filosofici e non solo, ci regala bellissime parole che sicuramente saranno preziose per chi si sta avvicinando al veganesimo o ha qualche dubbio in merito.

Parole piene di umiltà, di rispetto verso tutti gli animali considerati cibo e non vita, che finiscono in tavola semplicemente per abitudine: “Un giorno mentre ero a tavola mi accorsi che stavo divorando la gamba di un animale (un pollo) che, a causa della mia ignoranza e la mia indifferenza verso la sua terribile condizione, era stato privato per sempre della vita, subendo la prigionia e l’angoscia della sua uccisione. Un animale diverso da me solo nella forma, ma con la mia stessa voglia di vivere e la stessa paura della morte. Capii che mentre lottavo per i diritti degli umani causavo l’ingiustizia suprema ad un essere innocente: era un controsenso lottare per la giustizia e l’amore su un ecatombe di animali massacrati. Immaginavo quel povero animale senza possibilità di scampo nella mani del suo rozzo carnefice. Da quel momento ho smesso di mangiare carne di qualunque tipo e la consapevolezza che questa mia scelta risparmiava la vita e la sofferenza a migliaia di animali innocenti mi convinse che era la scelta giusta.”

Di anni ne sono passati tanti da quel di, e il noto saggista che oggi tiene numerose conferenze su igienismo vegan/crudista, animalismo, etica, biocentrismo e ambientalismo, ci spiega la sua concezione di “homo eticus” in questo breve trattato, che condividiamo interamente sempre con la speranza che possa far riflettere più di qualcuno.

MA L’UOMO E’ QUALCOSA CHE DEVE ESSERE SUPERATO

di Franco Libero Manco

“L’alimentazione è ormai un argomento dibattuto in  ogni sede, e da questo nascono tendenze e teorie che spesso creano confusione al punto che la gente è portata a non credere in nessuna di queste (dal momento che l’una contraddice l’altra) e  che induce molti alla convinzione che “tanto vale non crearsi problemi”.

Far riferimento alle leggi naturali è per noi un punto risolutivo nelle disquisizioni di ordine nutrizionale, consapevoli che il nostro organismo di animale fruttariano ci indica chiaramente quale deve essere l’alimentazione adatta a noi, alla nostra specie.

Ma il comportamento umano più appropriato in fatto alimentare non è solo quello di essere vegetariani e nutrirsi come i nostri cugini antropoidi; l’essere umano è proiettato a superare l’istinto nutrizionale dettato da necessità di  sopravvivenza o del piacere fine a se stesso per approdare all’alimentazione che prevede nuove e più adatte diete alimentari, più confacenti all’evoluzione dell’organismo umano e alla nuova coscienza aperta ai valori dello spirito.

A buona ragione la generazione vegan può essere considerata quella che traghetta l’umanità dallo stato di primordiale durezza e violenza (che ha caratterizzato la specie da 2-3 milioni di anni a questa parte) verso una condizione di gentilezza e compassione che coinvolge ed estende a tutti gli esseri senzienti. Cioè passare dall’alimentazione dell’homo sapiens sapiens all’alimentazione dell’ “homo eticus”.

Quello di cui si nutre una specie alle sue origini, non è sempre il medesimo nei millenni successivi sia per le cambiate esigenze dovute alla modifica morfologica ed organica degli organismi e sia per le cambiate situazioni contestuali e naturali.

Sotto l’aspetto etico, a mano a mano che si sviluppa nell’uomo la conoscenza e la sfera emotiva muta anche la qualità del suo cibo. Indicativo in tal senso è il cibo preferito dai grandi illuminati, dagli asceti, santi, grandi filosofi del passato e della recente storia (probabilmente ad un passo più avanti verso l’evoluzione integrale dell’uomo). 

Quindi, la specie umana è destinata a superare non solo l’attuale alimentazione convenzionale erroneamente onnivora ma anche quella che fa riferimento all’alimentazione dei nostri cugini primati per passare ad un’alimentazione etica più consona alle nuove esigenze della vera civiltà umana: un’alimentazione etica, incruenta caratterizzata dalla volontà di non nuocere sia all’animale che alla pianta: cioè frutta fresca e secca, semi oleaginosi, legumi e cereali integrali. Con questa alimentazione il nostro organismo non solo avrà tutto ciò che gli serve sotto l’aspetto nutrizionale ma favorirà lo sviluppo della sua sfera psichica e la sua dimensione civile e spirituale.”

Per maggiori info su conferenze e corsi consultate il sito dell’Ava.

di Antonella Tomassini

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