Quanti di voi vorrebbero che il proprio bambino imparasse ad amare di più i cibi naturali, a mangiare in modo sano e a non fare i capricci davanti ad un piatto di legumi o verdura?
Forse non tutti sanno che il bambino inizia ad avere i propri gusti già nella pancia della mamma, variando in base a cosa lei mangerà e abituandosi a quei sapori, che nel momento della nascita ritroverà nel latte materno e di conseguenza nel cibo solido con lo svezzamento.
Intorno all’ottava settimana di gravidanza l’embrione è dotato di papille gustative, già attive a partire dalla fine del primo trimestre quando il piccolo inizia a deglutire il liquido amniotico e, di conseguenza, a percepirne il sapore.
Le ecografie dimostrano che se la futura mamma mangia un dolce, il piccolo assumerà una espressione beata mentre sapori amari o non graditi provocano espressioni di fastidio.
Lo dimostra uno studio eseguito da un’organizzazione no profit di ricerche di Philadelphia, la Monell Chemical Senses Center, secondo la quale la gravidanza è un periodo sensibile per lo sviluppo del gusto, evidenziando l’importanza di una dieta sana e varia, e che una cattiva alimentazione della madre durante la gravidanza con un eccessivo consumo di grassi induce i bambini ad avere una preferenza per questi ultimi.
Ecco perché è importante consentire al feto di venire in contatto con cibi sani e con più sapori possibile per abituarlo alla varietà alimentare prima ancora della nascita.
A tal proposito leggiamo un brano tratto dal libro La cucina etica per mamma e bambino di Emanuela Barbero e Antonella Sagone: “Uno studio ha mostrato che il gusto si forma già prima di nascere e durante l’allattamento. Le madri sono state divise in tre gruppi in base a specifici cibi che avrebbero assunto durante la gravidanza o nelle settimane successive, in cui allattavano. Nella fattispecie, si trattava di succo di carota. Un gruppo di mamme l’ha assunto solo durante la gravidanza, un altro solo durante l’allattamento, l’ultimo non l’ha assunto del tutto.
Dopo sei mesi di allattamento esclusivo, al bambino veniva proposta la carota fra i primi assaggi di cibi solidi. Si è visto che i bambini che avevano “assaggiato” questo cibo durante la gestazione o, ancora di più, attraverso il latte della mamma, mostravano, sia con il comportamento e le espressioni del viso, sia con la quantità di cibo mangiato, di gradire maggiormente le carote.”
Il gusto, oltre che nella pancia della mamma, comunque va insegnato anche a tavola ai nostri figli, perché un’alimentazione sana e varia è di fondamentale importanza per non dover poi combattere contro problemi legati ad una alimentazione scorretta nei bambini.
di Antonella Tomassini
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